giovedì 11 gennaio 2024

Tu o della libertà!

Lo abbiamo conosciuto negli incontri pubblici, trascinando tutti, in particolare i giovani, nel suo stesso impeto di vita; e grazie a don Remigio, abbiamo conosciuto Carras nella prossimità, godendo della sua compagnia e della sua paternità; della sua libertà. Un uomo libero! “Nulla vale lo sguardo di un uomo libero”. Un temperamento che don Giussani prediligeva; una storia anarchica di ribellione per passione umana, che diventa storia di libertà nell’incontro con l’Attrattiva Gesù, secondo la forma e la modalità del carisma di don Giussani. L’impeto della sua libertà ha preso anche le nostre esistenze, amici appassionati alla realtà  in tutta la sua ampiezza: dal lavoro ai tentativi di costruzione sociale, dall’insegnamento alla creatività culturale. “Il lavoro è la modalità per entrare nell’ambiente”, gli ricordammo questa sua affermazione in uno degli incontri da vicino, a tavola. Il lavoro come espressione di sé, come comunicazione del proprio temperamento reso fecondo dal “carisma che abbiamo trovato”: altra sua espressione che si è incastonata come perla nel nostro cuore. Il lavoro come vocazione: amando l’Attrattiva Gesù tutto diventa più vero e il lavoro diventa l’Opera attraverso cui rendere più umana, più creativa, più felice la trama dei rapporti personali e sociali.
 
“Don Giussani è un mistico in azione”, ci disse in uno dei nostri incontri di prossimità: vede in trasparenza la profondità di tutto il reale, abbracciandolo secondo il suo Destino; perciò, “nessuna cosa lo delude”. Mistico nell’esistente, nel presente storico, “inserzione  temporale”, per dirla con Peguy. Noi tutti, in un certo qual modo, partecipi di quello sguardo. In un memorabile incontro pubblico, accogliendo con entusiasmo il libero invito di noi amici, il proprietario dell’Hotel Congresso Ariston di Paestum cambiò la sala predisposta per accogliere tutte le persone accorse per ascoltare Carras. Tra l’altro, parlò della “politica come amicizia” per affrontare i comuni problemi.
 
Ultimamente lo abbiamo incontrato sul sagrato di piazza san Pietro in occasione del centenario della nascita di don Giussani. Come sempre, lieto, appassionato; uomo commosso, non riverente. Siamo certi che nell’ultimo tratto ha ripetuto le parole della Liturgia ambrosiana: “Domine Deus, in simplicitate cordis mei laetus obtuli universa”: “Signore Dio, nella semplicità del mio cuore lietamente Ti ho dato tutto”. E tutto gli è stato ridonato cento volte di più. “E’ una semplicità del cuore che mi faceva sentire e riconoscere come eccezionale Cristo, con quella immediatezza certa, come avviene per l’evidenza inattaccabile e indistruttibile di fattori e momenti della realtà, che, entrati nell’orizzonte della nostra persona, colpiscono fino al cuore”. (Don Giussani, piazza san Pietro, 30 maggio 1998). 
 
Tutta l’esistenza di Carras una passione per Cristo e per la libertà dell’uomo, di ogni uomo, in ogni ambiente, di ogni amico nel mondo del mondo e nel mondo del Movimento. Una passione indomita. Ha dato la vita per l’Opera di un Altro.