L’appassionante dialogo sulla Laudato si’ tra Pier Luigi Bersani e Julian Carrón (iniziativa a cura del prof. Eugenio
Mazzarella a Napoli, presso l’Istituto per gli Studi Filosofici di Napoli) apre
un significativo spazio di paragone con il magistero sociale di Papa Francesco.
Bersani ha riaffermato la sua convinzione che si tratti specificamente di una enciclica
sul potere, non appena sull’ambiente. Da qui la politicità del documento e le
prospettive che esso pone alla politica: “la modernità è nelle periferie”. Carrón,
nel corso della riflessione, ha focalizzato l’origine ed il metodo del destarsi
dell’io nel rapporto con la realtà, ovvero l’introdursi di uno sguardo nel
reale alla luce dell’impeto sorgivo ed originario del cuore. “… in crisi è
proprio il nesso misterioso che unisce il nostro essere con la realtà, un nesso
così profondo e fondamentale da essere il nostro più intimo sostentamento.
Questa rottura del nesso con la realtà non è indifferente per capire il
problema della ragione e del suo uso.” (Julian Carrón, La bellezza disarmata,
pag. 165). L’esperienza ci dimostra che la relazione tra l’io e le “cose”
avviene attraverso il lavoro. Ad esso la Laudato si' dedica pagine
significative, rappresentandone il filo conduttore, non solo dal punto di vista
dell’emergenza sociale, ma anche e soprattutto sotto il profilo dell’autentico dialogo
dell’uomo con se stesso, con gli altri e con la natura. In ciò consiste
l’ecologia umana argomentata da Papa Francesco, riprendendo e sviluppando, nel
contesto attuale, le intuizioni di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI. La
realtà accende il desiderio; attraverso il lavoro l’uomo cerca di dar forma a
questa scintilla. E’ un lungo itinerario in cui l’uomo fa esperienza della
propria finitudine; dei suoi bisogni e del suo limite; nello stesso tempo,
costitutivamente, è pro-vocato dalla realtà ad andare oltre la frontiera, oltre
se stesso, sospingendosi alla realizzazione piena di sé e scoprendosi rapporto
con una Sorgente infinita, determinante nel quotidiano la sua febbre di vita e
di operosità: l’evidenza dell’Essere che ci costituisce! E’ lo sguardo sulla
realtà che impariamo costantemente dal carisma di don Giussani nella storia di una
storia; dal punto di vista del pensiero sociale, si tratta di una pertinente “fenomenologia
del lavoro”, che rende intellegibili le ragioni umane dell’impegno appassionato
nella trama problematica dell’esistenza. “La novità qualitativa implicata dal
sorgere di un essere personale all’interno dell’universo materiale presuppone
un’azione diretta di Dio, una peculiare chiamata alla vita ed alla relazione di
un Tu con un altro tu”. (Laudato si', par. 81). Il lavoro, come la filosofia, è
un “dialogo tra me e me” e con un Tu. Da questo dialogo il contributo
fondamentale alla ricostituzione del tessuto ontologico della persona; nello
stesso tempo, è il contributo fondamentale alla ricostruzione del volto sociale
dei luoghi e delle città che abitiamo. In questa ricostituzione e ricostruzione
sta il compito storico della Chiesa chiamata ad essere “maestra di maternità”,
secondo la bella espressione del prof. Mazzarella. Si tratta del volto
culturale dell’esperienza cristiana, ossia una indomita passione per tutti i fattori
dell’esistente personale e storico, come la testimonianza di don Carrón ha ragionevolmente
argomentato ed esplicitato.

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