venerdì 24 febbraio 2023

Figlio dei Padri della Chiesa, padre nel cuore di tanti

Il centenario della nascita di don Giussani celebrato lo scorso anno è stato occasione di una approfondita riflessione sul suo pensiero. A ciò ha largamente contribuito il Discorso di Papa Francesco nel corso dell’Udienza in piazza san Pietro il 15 ottobre 2022, esortando ad una più profonda immedesimazione con un carisma “ancora tutto da scoprire”. “I carismi crescono come i dogmi”: crescita nell’esperienza e nella coscienza delle persone, sviluppando, in un certo modo attrattivo, la maturità di fede, che introduce ad una conoscenza nuova della realtà totale. Contribuisce alla riflessione sul pensiero di don Giussani il volume, primo di tre preannunciati, “Il cristianesimo come avvenimento. Saggi sul pensiero teologico di Luigi Giussani”, a cura di Carmine Di Martino. Una raccolta di approfondimenti “per illuminare ulteriormente il carattere sorgivo e lo spessore del pensiero di Luigi Giussani, cercando di coglierne gli apporti, le intuizioni, i concetti chiave, e per fornire un contributo e un incentivo a un processo di studi già in corso, che auspichiamo si riveli sempre più produttivo e gravido di futuro”. (Il cristianesimo come avvenimento, Prefazione pag. XVII). La parola centrale: avvenimento, il cristianesimo come avvenimento. E’ il “primerea” della Grazia, che sorprende attraverso fatti, incontri, richiami, volti; sorpresa che viene prima di ogni considerazione dialettica, morale o religiosa e che continuamente apre ad un nuovo incontro con se stessi e con la Presenza che si svela e si rivela. Una “Realtà” che non è possibile possedere, avvenimento sempre in movimento, in atto nell’atto. Nel testo un capitolo è dedicato a “Luigi Giussani, figlio dei Padri della Chiesa”, che presenta il “respiro patristico” giussaniano, richiamando tratti del pensiero dei Padri, rivissuti con sensibilità e profondità originali. Così, ad esempio, la definizione di teologia come “entusiasmo critico della fede”, che Giussani fa risalire ad Origene, il quale fa riferimento all’enthousiasmos in uno scritto particolare. Tuttavia, gli autori evidenziano che la definizione teologica prima richiamata non appare nelle traduzioni degli scritti origeniani; evidentemente essa, pur ispirata da Origine, esprime il pensiero proprio di Giussani, che sottopone il valore dell’entusiasmo al processo critico-conoscitivo della persona, mostrandone metodologicamente, a partire dall’esperienza, l’esigenza di ragioni adeguate (Il cristianesimo come avvenimento, pagg. 312-314). Si tratta del caposaldo della concezione di Giussani, la cui opera intellettuale ed educativa è tutta protesa all’evidenza della razionalità ampia della fede. Nel corso dei tempi, in ogni circostanza della storia, la Chiesa ha dovuto lottare per affermare l’intimo rapporto tra fede e ragione: fides quaerens intellectum, intellectus quaerens fidem, dando seguito all’esortazione petrina di “rendere ragione della speranza che è in voi”, quindi, argomentando la piena ragionevolezza della fede nel suo stesso ambito ed oltre se stessa. Lotta argomentativa per illuminare criticamente l’umano, che nell’esperienza del fatto cristiano trova la risposta esaustiva, cioè il suo compimento. L’amicizia “Fides et Ratio” è al centro della meditazione teologica e filosofica, nonché del “rischio educativo, di don Giussani, offrendo una preziosa chiave di orientamento nella rappresentazione della consonanza della fede con l’umano, specialmente in questo “cambiamento d’epoca” che ha raso al suolo le evidenze prime. In questa consonanza, sperimentata e verificata nelle urgenze personali e sociali dell’esistenza, sta la bellezza della vita; consonanza suscitatrice di entusiasmo e gusto, generando lavoro, opera, costruttività, forza creativa, trasformazione della realtà: “l’entusiasmo della devozione è imparagonabile all’entusiasmo della bellezza”. (Don Giacomo Tantardini, Trenta Giorni, n. 3 2005, Ricordando don Giussani). E’ stato proprio l’entusiasmo per la bellezza, intravista in una certa esperienza di vita, che ha mosso tantissimi giovani sospingendoli ad attraversare, di baldanza in baldanza, intere pagine di letteratura, di storia, di filosofia, con una ragione aperta a cogliere ogni frammento di verità, condividendo lo spessore umano di testimonianze viventi. E’ questo entusiasmo critico, ragione costitutiva del carisma donato a Giussani, che oggi attrae giovani ed adulti, in tutto il mondo, rendendo testimonianza nelle fragilità delle loro persone all’Attrattiva Gesù. Come ha evidenziato Papa Francesco all’Udienza: “Don Luigi aveva una capacità unica di far scattare la ricerca sincera del senso della vita nel cuore dei giovani, di risvegliare il loro desiderio di verità”. Ricerca sincera e desiderio della verità sono le leve di libertà della persona contro l’omologazione strutturata dalle ideologie a conferma del potere. “Il suo approccio ha generato personalità libere che hanno aderito al cristianesimo con convinzione e passione, non per abitudine, ma in modo personale e creativo”, con responsabilità personale di fronte al proprio Destino. “Non voleva persone tutte uguali, non voleva che imitassero lui”, suscitando l’interesse e la passione a “vagliare ogni cosa, trattenendone il valore”, secondo l’insegnamento paolino. In ciò si rivela un’esperienza di paternità diuturnamente, indomabilmente protesa alla libertà della persona singola e delle persone associate, nella società e nella Chiesa, e per la libertà della stessa Chiesa nei confronti dei poteri mondani. Tutta l’opera, tutta la vita di don Giussani spesa, donata per la libertà di tutti e di ciascuno. Perciò, amava Peguy: “Chiedete a un padre se non ci sia un’ora segreta, un momento segreto, e non sia quando i suoi figli cominciano a diventare uomini, liberi, e lui stesso lo trattano come un uomo, libero, l’amano come un uomo, libero, chiedetelo a un padre i cui figli stiano crescendo. Chiedete a quel padre se non ci sia un’elezione tra tutte …. .”. (C. Peguy, Il Mistero dei santi innocenti, in Lui è qui, Milano Rizzoli 1998, pag. 373-375). Sulla libertà ha interpellato ciascuno di noi; su di essa ha sfidato il pensiero moderno, che proprio su questa promessa si è tragicamente smentito. “Comunione e Liberazione ci fa subito pensare a questa scoperta proprio dell’epoca moderna, la libertà, e ci fa pensare anche alla parola di sant’Ambrogio “Ubi fides est libertas”. Il cardinale Biffi ha attirato la nostra attenzione sulla quasi coincidenza di questa parola di sant’Ambrogio con la fondazione di Comunione e Liberazione”. “E’ divenuto padre di molti e, avendo guidato le persone non a sé, ma a Cristo, proprio ha guadagnato i cuori”. (Cardinale Joseph Ratzinger, Omelia funerale di don Giussani, Duomo di Milano, 24 febbraio 2005). Esperienza di paternità e figliolanza di molti, oltre il legame fisico con la sua persona: la vita nuova che il carisma a lui donato edifica attraverso una storia particolare. “Figlio dei Padri della Chiesa”, padre della Chiesa nascente e rinascente nel cuore degli uomini: “Cristo mendicante del cuore dell’uomo, il cuore dell’uomo mendicante di Cristo”.

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