Il centenario della nascita di don Giussani celebrato lo scorso anno
è stato occasione di una approfondita riflessione sul suo pensiero.
A ciò ha largamente contribuito il Discorso di Papa Francesco nel
corso dell’Udienza in piazza san Pietro il 15 ottobre 2022,
esortando ad una più profonda immedesimazione con un carisma “ancora
tutto da scoprire”. “I carismi crescono come i dogmi”: crescita
nell’esperienza e nella coscienza delle persone, sviluppando, in un
certo modo attrattivo, la maturità di fede, che introduce ad una
conoscenza nuova della realtà totale. Contribuisce alla riflessione
sul pensiero di don Giussani il volume, primo di tre preannunciati,
“Il cristianesimo come avvenimento. Saggi sul pensiero teologico di
Luigi Giussani”, a cura di Carmine Di Martino. Una raccolta di
approfondimenti “per illuminare ulteriormente il carattere sorgivo
e lo spessore del pensiero di Luigi Giussani, cercando di coglierne
gli apporti, le intuizioni, i concetti chiave, e per fornire un
contributo e un incentivo a un processo di studi già in corso, che
auspichiamo si riveli sempre più produttivo e gravido di futuro”.
(Il cristianesimo come avvenimento, Prefazione pag. XVII). La parola
centrale: avvenimento, il cristianesimo come avvenimento. E’ il
“primerea” della Grazia, che sorprende attraverso fatti,
incontri, richiami, volti; sorpresa che viene prima di ogni
considerazione dialettica, morale o religiosa e che continuamente
apre ad un nuovo incontro con se stessi e con la Presenza che si
svela e si rivela. Una “Realtà” che non è possibile possedere,
avvenimento sempre in movimento, in atto nell’atto. Nel testo un
capitolo è dedicato a “Luigi Giussani, figlio dei Padri della
Chiesa”, che presenta il “respiro patristico” giussaniano,
richiamando tratti del pensiero dei Padri, rivissuti con sensibilità
e profondità originali. Così, ad esempio, la definizione di
teologia come “entusiasmo critico della fede”, che Giussani fa
risalire ad Origene, il quale fa riferimento all’enthousiasmos in
uno scritto particolare. Tuttavia, gli autori evidenziano che la
definizione teologica prima richiamata non appare nelle traduzioni
degli scritti origeniani; evidentemente essa, pur ispirata da
Origine, esprime il pensiero proprio di Giussani, che sottopone il
valore dell’entusiasmo al processo critico-conoscitivo della
persona, mostrandone metodologicamente, a partire dall’esperienza,
l’esigenza di ragioni adeguate (Il cristianesimo come avvenimento,
pagg. 312-314). Si tratta del caposaldo della concezione di Giussani,
la cui opera intellettuale ed educativa è tutta protesa all’evidenza
della razionalità ampia della fede. Nel corso dei tempi, in ogni
circostanza della storia, la Chiesa ha dovuto lottare per affermare
l’intimo rapporto tra fede e ragione: fides quaerens intellectum,
intellectus quaerens fidem, dando seguito all’esortazione petrina
di “rendere ragione della speranza che è in voi”, quindi,
argomentando la piena ragionevolezza della fede nel suo stesso ambito
ed oltre se stessa. Lotta argomentativa per illuminare criticamente
l’umano, che nell’esperienza del fatto cristiano trova la
risposta esaustiva, cioè il suo compimento. L’amicizia “Fides et
Ratio” è al centro della meditazione teologica e filosofica,
nonché del “rischio educativo, di don Giussani, offrendo una
preziosa chiave di orientamento nella rappresentazione della
consonanza della fede con l’umano, specialmente in questo
“cambiamento d’epoca” che ha raso al suolo le evidenze prime.
In questa consonanza, sperimentata e verificata nelle urgenze
personali e sociali dell’esistenza, sta la bellezza della vita;
consonanza suscitatrice di entusiasmo e gusto, generando lavoro,
opera, costruttività, forza creativa, trasformazione della realtà:
“l’entusiasmo della devozione è imparagonabile all’entusiasmo
della bellezza”. (Don Giacomo Tantardini, Trenta Giorni, n. 3 2005,
Ricordando don Giussani). E’ stato proprio l’entusiasmo per la
bellezza, intravista in una certa esperienza di vita, che ha mosso
tantissimi giovani sospingendoli ad attraversare, di baldanza in
baldanza, intere pagine di letteratura, di storia, di filosofia, con
una ragione aperta a cogliere ogni frammento di verità, condividendo
lo spessore umano di testimonianze viventi. E’ questo entusiasmo
critico, ragione costitutiva del carisma donato a Giussani, che oggi
attrae giovani ed adulti, in tutto il mondo, rendendo testimonianza
nelle fragilità delle loro persone all’Attrattiva Gesù. Come ha
evidenziato Papa Francesco all’Udienza: “Don Luigi aveva una
capacità unica di far scattare la ricerca sincera del senso della
vita nel cuore dei giovani, di risvegliare il loro desiderio di
verità”. Ricerca sincera e desiderio della verità sono le leve di
libertà della persona contro l’omologazione strutturata dalle
ideologie a conferma del potere. “Il suo approccio ha generato
personalità libere che hanno aderito al cristianesimo con
convinzione e passione, non per abitudine, ma in modo personale e
creativo”, con responsabilità personale di fronte al proprio
Destino. “Non voleva persone tutte uguali, non voleva che
imitassero lui”, suscitando l’interesse e la passione a “vagliare
ogni cosa, trattenendone il valore”, secondo l’insegnamento
paolino. In ciò si rivela un’esperienza di paternità
diuturnamente, indomabilmente protesa alla libertà della persona
singola e delle persone associate, nella società e nella Chiesa, e
per la libertà della stessa Chiesa nei confronti dei poteri mondani.
Tutta l’opera, tutta la vita di don Giussani spesa, donata per la
libertà di tutti e di ciascuno. Perciò, amava Peguy: “Chiedete a
un padre se non ci sia un’ora segreta, un momento segreto, e non
sia quando i suoi figli cominciano a diventare uomini, liberi, e lui
stesso lo trattano come un uomo, libero, l’amano come un uomo,
libero, chiedetelo a un padre i cui figli stiano crescendo. Chiedete
a quel padre se non ci sia un’elezione tra tutte …. .”. (C.
Peguy, Il Mistero dei santi innocenti, in Lui è qui, Milano Rizzoli
1998, pag. 373-375). Sulla libertà ha interpellato ciascuno di noi;
su di essa ha sfidato il pensiero moderno, che proprio su questa
promessa si è tragicamente smentito. “Comunione e Liberazione ci
fa subito pensare a questa scoperta proprio dell’epoca moderna, la
libertà, e ci fa pensare anche alla parola di sant’Ambrogio “Ubi
fides est libertas”. Il cardinale Biffi ha attirato la nostra
attenzione sulla quasi coincidenza di questa parola di sant’Ambrogio
con la fondazione di Comunione e Liberazione”. “E’ divenuto
padre di molti e, avendo guidato le persone non a sé, ma a Cristo,
proprio ha guadagnato i cuori”. (Cardinale Joseph Ratzinger, Omelia
funerale di don Giussani, Duomo di Milano, 24 febbraio 2005).
Esperienza di paternità e figliolanza di molti, oltre il legame
fisico con la sua persona: la vita nuova che il carisma a lui donato
edifica attraverso una storia particolare. “Figlio dei Padri della
Chiesa”, padre della Chiesa nascente e rinascente nel cuore degli
uomini: “Cristo mendicante del cuore dell’uomo, il cuore
dell’uomo mendicante di Cristo”.

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