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| Matisse, La caduta di Icaro |
“Quella natura che ci spine a desiderare cose grandi è il cuore”. E’ stato il titolo/tema del Meeting di Rimini dell’anno passato. Dopo l’evento, come sempre avviene, la rete di amicizia e di compagnia, che determina l’evento stesso, si è continuata a distendere, semplicemente, di persona in persona, senza progetto, senza strategie. Così, si comunica il vero non come dottrina, bensì come esperienza umanamente affascinante, corrispondente al proprio cuore, alle sue esigenze costitutive di bellezza e di felicità, compiendo la vita umana, rendendola, cioè, più bella, più interessante. Da Rimini al Cairo: nelle scorse settimane si è tenuto il Meeting in Egitto, per il dilatarsi della passione umana con alcuni amici egiziani. Uno sguardo di verità, un’attrattiva, un incontro. Già qualche anno fa, il “Senso Religioso”, il testo fondamentale di don Giussani aveva riscontrato l’interesse e l’attenzione di intellettuali arabi, soprattutto per quanto concerne il concetto di ragione. Così, nella più assoluta semplicità, cominciò un’interlocuzione, avviando un dialogo fecondo, quasi scrivendo - nella storia del pensiero umano - una nuova pagina del confronto tra il genio del pensiero di S. Tommaso e gli scrittori arabi, in primo luogo Averroè, traduttori ed interpreti del pensiero di Aristotele. Se, allora, l’urgenza era difendere la “singolarità” della persona umana contro le riduzioni della ragione ad intelletto unico, oggi, in questo tornante della storia, il compito primario è difendere la possibilità di una convivenza umana pacifica, ritrovando, alla luce della ragione, i “fondamentali” della persona e della società. Nel carisma che abbiamo incontrato c’è una intuizione straordinaria: la razionalità è la corrispondenza di un fatto/avvenimento alle esigenze costitutive del cuore dell’uomo. La razionalità come corrispondenza è un’idea tutta giussaniana, che illumina, con luce particolare, l’affascinante avventura del cuore umano. Noi siamo nella certezza che lungo questa frontiera sia possibile far ritrovare uomini, popoli e culture nel punto sorgivo dell’esperienza umana comune a tutti. Perciò, anche di fronte all’ultima “mattanza” dei cristiani ad Alessandria d’Egitto, documentazione della più tragica persecuzione della storia, siamo indomabili nella speranza, ossia costruttori di futuro a partire da una certezza di Vita nuova presente, pur nelle ombre della storia. Questa vita nuova rinnova la società e rafforza le Istituzioni.
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