“Ai lettori de L’Osservatore Romano, ai fedeli di Roma e ai pellegrini provenienti dal mondo intero, giunga il mio più cordiale benvenuto nel giorno della Beatificazione del Papa Giovanni Paolo II. Questa festa della fede sia una preziosa occasione per aprire le porte a Cristo e un forte invito a vivere, con la generosità del nuovo Beato, il Vangelo dell’Amore”.
Così, stamane, Papa Benedetto ha accolto i pellegrini di tutto il mondo convenuti a Roma e in Piazza S. Pietro, per la beatificazione di Giovanni Paolo II: “festa della fede”.
E’ stata veramente una festa: Cardinali, Vescovi, Capi di Stato, Ambasciatori, Autorità Istituzionali hanno reso omaggio ad uno dei più grandi Pontefici della storia. Ma il tesoro della Chiesa sono i suoi poveri; è tra questi che si è aggirato il cronista pellegrino. Hanno affrontato viaggi anche lunghissimi; fatto lunghe e faticosissime ore di fila; stretti l’uno “contro” l’altro; in piedi per tutta la notte, la maggior parte dei quali senza riuscire ad entrare in piazza S. Pietro, trapassando le immagini mediatiche, per esserci di persona; persone di tutte le età, di tutte le lingue. Era commuovente vedere quei ragazzi sugli alberi di Piazza Risorgimento, per seguire sul maxi schermo la celebrazione. Bandiere al vento, di tutte le Nazioni; anche noi, un po’ come Zaccheo, siamo saliti su un “sicomoro” di cemento, per osservare meglio: una fiumara incredibile. Applaudivano da lontano, seguendo il fremito che si levava da Piazza S. Pietro; non vedevano, ma capivano; capivano senza capire. Alle quattro del mattino già erano bloccate tutti gli accessi alla Piazza; rimanevano in fila; col passare delle ore la fiumana accresceva la sua potenza. Volevano esporre il loro striscione in Piazza S. Pietro: “Siamo con te”. Era un piccolo gruppo di pellegrini da un paesino della Sardegna (il nome ora mi sfugge). Ma non sono riusciti ad entrare. Il loro vessillo lo hanno issato ugualmente, dove potevano, lungo un marciapiede. Si prevedeva pioggia, ma il sole era battente e questo, dopo lunghe ore, appesantisce il passo, ovvero la sosta, perché non si poteva camminare; a terra non sarebbe caduto nemmeno uno spillo. Tutto è stato vissuto nella compostezza! Andavano pregando; andavano cantando! Era bello vederli tutti insieme così. Uno spettacolo che commuoveva. “Il tesoro della Chiesa sono i suoi poveri”! E il sangue dei martiri: “un vescovo vestito di bianco cade” (ricordando il 13 maggio 1981). Poi il cronista pellegrino, dopo breve ed intesa interlocuzione con un “capo” della Polizia Municipale, viene accompagnato in Piazza, al colonnato, al portico, dove si incontravano e si incontrano gli amici, al portico del Mistero della Seconda Virtù. Da quel punto di sguardo e di osservazione lo spettacolo di un oceano umano; l’immagine del Beato e della Madonna e le parole di Pietro: “Giovanni Paolo II è beato”!
“La beatitudine della fede” ovvero la festività quotidiana della vita di coloro che, per grazia, riconoscono e seguono un incontro che corrisponde al cuore.

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