martedì 14 agosto 2012

La cadrega e la libertà


Buongiorno Democrazia ha idealmente brindato, con alcuni amici, alla pubblicazione dell’articolo di Vittadini. Sin da giovanissimi, ci ha affascinati una reale prospettiva di libertà nella vita personale e nella dimensione pubblica. Siamo stati toccati, fino al cuore, dall’esperienza di attrattiva  intravista in persone “prese” da un certo incontro.
All’università, con entusiasmo critico, ci dicevamo:  “La dignità culturale di una proposta sta nella sua capacità di rendere l’uomo libero, protagonista della storia che vive”.
Con questo impeto abbiamo incontrato tutta la realtà, gli uomini e le donne che la vita ci ha posto accanto. Nel lavoro e nella scuola. Nelle istituzioni. “Toglieteci tutto, ma non la libertà di educare”, ovvero stare nella realtà da “uomini veri, virili, carnali e bestiali”, ma “sempre in lotta”, per affermare nelle cose lo stupore per l’Essere, cioè la continua scoperta di sé, grazie ad una trama di parole, volti e fatti. Questa esperienza di stupore ci ha resi e ci rende particolarmente sensibili nel difendere e sviluppare il gusto dell’intrapresa, proprio degli uomini liberi; nello stesso tempo, ci rende capaci, pur nella nostra fragilità, di captare, “con naturale sesto senso”, ciò che contrasta con il desiderio di soddisfazione piena, di realizzazione di sé e di costruzione del bene comune nel posto dove si è.
E’ l’educazione alla libertà che ci fa percepire e giudicare come insopportabile, a livello politico generale, un Parlamento di cooptati e nominati.
Di fronte a questa “normalizzazione”, come non avvertire un moto di “ribollimento” dell’io?
E’ venuto il momento di giudicare, con maggiore realismo e libertà, quanto è avvenuto nel nostro Paese, ossia lo scontro tra “bande armate contrapposte” in forza del bipolarismo manicheista imperante, che ha determinato lo sbriciolamento della democrazia e, quindi, l’imporsi di soluzioni politico-istituzionali “carismatiche” e leaderiste, di cui il culto del capo è l’espressione più “infantile” e pericolosa.
Il bipolarismo manicheista ha culturalmente e teoricamente contribuito a liquidare la politica, inseguendo il mito del Partito Unico (a destra e a sinistra) e, quindi, distruggendo una normale dialettica politico-democratica.
In verità, tutto ciò è stato ed è strettamente funzionale al “Principe post moderno”, che ha perseguito, grazie alle lobby finanziarie, editorialistiche e giudiziarie, la “modernizzazione” del Paese ostacolata nella prima Repubblica.  
Nel dialogo intrecciato dal prof. Manzo sono emerse specifiche considerazioni sulle Autonomie Locali.
“Buongiorno Democrazia” è impegnata a sostenere teoricamente e a realizzare praticamente percorsi di governance e partecipazione. Proprio su questo terreno oggi sono ritornate prevalenti le posizioni politico-amministrative “baronali” del vecchio stato liberale, che mortificano la libertà e la crescita della responsabilità.
Anche su questo versante, prima e fondamentale “frontiera” della persona e delle formazioni intermedie, è l’educazione alla libertà che ci impegna “ironicamente” e con responsabilità in una costruzione.
In conclusione, “meglio perdere la cadrega che la dignità”: non è questione di fare un altro partito (come hanno insinuato i parlamentari nella risposta a Vittadini) e nemmeno di fare quadrato in difesa dell’Intergruppo.
Si tratta piuttosto di dare spazio, nella vita personale e nell’azione pubblico-politica, all’impeto di libertà che costituisce l’originalità del cuore dell’uomo. Per essere se stessi e costruire tentativi ironici di democrazia e bene comune, cioè di amicizia.

Aniello Landi, per Buongiorno Democrazia.                             

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