E’ stata una giornata importante
quella del 3 ottobre per l’Arcidiocesi di Salerno in pellegrinaggio a Roma dal
Papa. I pellegrini salernitani, accompagnati dal loro Primate, Mons. Luigi
Moretti, hanno ringraziato il Santo Padre per la beatificazione di don Mariano
Arciero, il sacerdote originario di Contursi testimone eccelso di umiltà e
carità. Con questo gesto, essi hanno rinnovato nell’oggi la tradizione e la
primazia della Chiesa salernitana, ossia il
legame speciale con la
Cattedra di Pietro e, dunque, con il magistero petrino sulla
libertas ecclesiae, per mezzo di San Gregorio VII, di cui la Chiesa che è in Salerno
conserva ed onora le sacre spoglie. Giorgio
La Pira , il
sindaco santo di Firenze, diceva ai suoi amici. “Fermatevi a Salerno: là riposa
un grande Papa.” In piazza S. Pietro, il 3 ottobre, noi siamo stati testimoni
dello sguardo del Papa sul nostro popolo in pellegrinaggio. Salutando i
pellegrini salernitani, ha ben indicato, compiaciuto, con il gesto e lo sguardo,
il loro Pastore. Nel corso dell’Udienza Generale, Benedetto XVI ha sviluppato
la catechesi sulla liturgia e forte è stato il suo monito: “Se nella
celebrazione non emerge la centralità di Cristo non avremo liturgia cristiana.
Quindi, non è il singolo – sacerdote o fedele – o il gruppo che celebra la
liturgia, ma essa è primariamente azione di Dio attraverso la Chiesa , che ha la sua
storia, la sua ricca tradizione e la sua creatività.” Ancor prima aveva affermato:
“Nell’identificarmi con Cristo, nell’essere una sola cosa con Lui riscopro la
mia identità personale.” L’Udienza è stata anche, in un certo senso, l’introduzione
al pellegrinaggio del Papa a Loreto, sull’esempio di Giovanni XXIII, che 50
anni fa, proprio a Loreto, si era recato, per affidare alla Madonna il grande
evento del Concilio Vaticano II. Papa Benedetto ha ripetuto lo stesso gesto,
per affidare alla Madonna l’inizio dell’Anno della Fede, nel cinquantesimo
anniversario dell’apertura del Concilio, e l’Assemblea Generale Ordinaria del
Sinodo dei Vescovi sulla “nuova evangelizzazione per la trasmissione della
fede”. Questo intrecciarsi di eventi ha reso l’Udienza Generale del Papa
particolarmente suggestiva. A Loreto il Papa ha ricordato che la casa della
Madonna era posta sopra la strada. E’ un accenno di grande significato. Non era
una casa privata, ma accompagnava il cammino di ogni uomo e di ogni donna,
vegliando sopra di esso. E’ la sfida che l’umanità di questo nostro tempo pone
alla Chiesa, che vive nelle comunità locali e nei territori, in comunione con
Pietro. “L’uomo è la prima e fondamentale via della Chiesa” ha affermato
Giovanni Paolo II nella grande enciclica Redemptor hominis: “Cristo, Redentore
dell’uomo, è il centro del cosmo e della storia”. E’ il tempo della riscoperta
di questo annuncio, di questa verità che rende l’uomo più se stesso, più uomo,
protagonista della storia che vive.
In questo ci aiuta la stessa
tradizione della Chiesa salernitana, che onora l’Apostolo dello sguardo,
Matteo, il gabelliere che, in un attimo, fu attratto dallo sguardo di Gesù. Quando
Benedetto XVI ha salutato i fedeli, mentre lasciava il sagrato, non abbiamo
potuto frenare il nostro impeto: “Santità Vi aspettiamo a Salerno! Vi
abbracciano San Matteo e San Gregorio VII”.
Il Papa ci ha guardati, chinando, per
due volte, il capo come per assentire al nostro “grido”. Un cenno, un movimento
dello sguardo; come duemila anni fa, quando il “vecchio usuraio”, per
attrattiva umana, seguì lo Sguardo irresistibile che gli cambiò l’esistenza.

Caro Direttore, mi ha colpito la coincidenza del fatto che nel giorno del pellegrinaggio dei salernitani a Roma, il Papa abbia parlato della Liturgia. Perchè mi colpisce questa coincidenza? Perchè nella Liturgia c'è tutto il Cristianesimo. Infatti nei periodi di persecuzione la prima cosa che si cerca di eliminare della Chiesa è la bellezza e la profondità della Liturgia. Oggi che non viviamo la persecuzione fisica dei primi secoli ma una persecuzione più radicale che è l'annullamento dei desideri e quindi di tutto l'umano, la liturgia è impoverita, ridotta, abbruttita. Il Cardinale Ratzinger nel 2001 pubblicò "Introduzione allo Spirito della liturgia" riprendendo il pensiero liturgico di Romano Guardini che nel 1911 pubblicò "Lo Spirito della liturgia" proprio per ridestare nel popolo cristiano la coscienza di che cos'è la liturgia. Mi sembra di poter dire che Papa Benedetto XVI ha consegnato ai salernitani il compito di prendere coscienza e di dire a tutti qual'è la bellezza della liturgia ma anche la radice da cui nasce ogni bellezza cioè quell'uomo che 2000 anni fa disse a Matteo: vieni e seguimi.
RispondiEliminacon ossequio e amicizia
Silvio