giovedì 28 febbraio 2013

Pastore Docente, per sempre!


La meditazione di Papa Benedetto XVI, nel corso dell’ultima Udienza Generale in piazza San Pietro, è un dono speciale a tutta la Chiesa e all’umanità intera. Un  dono anche al “popolo delle lettere” che, in questi otto anni di Pontificato, ha pregato per il Papa, ricevendo conforto e gioia. Il Papa stesso da queste lettere ha ricevuto buone “notizie”, constatando la buona semina e i frutti di gioia, di speranza, di apertura al futuro, che si manifestano nella vita di coloro che si lasciano abbracciare dall’abbraccio e dallo sguardo di Gesù. Questa moltitudine ha portato il con il Papa peso del ministero petrino, di cui Papa Benedetto XVI, Pastore Docente, ha svelato nuova luce, secondo una magnifica ed affascinante unità di fede e ragione. In questi quasi otto anni di Pontificato, siamo stati personalmente toccati dal mantello di San Pietro, godendo la sua ombra, che con gioia ed onore, abbiamo portato e portiamo nel mondo.  Mutuando l’invocazione alla Madonna, che abbiamo imparato da don Giussani, mentre attraversava la piazza del Santuario della Madonna del Rosario, a Pompei, il 19 ottobre del 2008, d’impeto, toccandoGli i paramenti sacri: “Santità, Voi siete la Sicurezza della nostra Speranza”. Il Papa, dopo qualche passo, si voltò, ci fissò, benedicendoci. Pietro con la Madonna! Il Ministero petrino conferma la fede dei fratelli, presiede nella carità, rassicura nella speranza. “Senza la piccola gemma di speranza, dice Peguy, nulla durerebbe. E’ la speranza che è stupefacente…..  il germoglio, lo spuntare della speranza nel cuore dell’uomo. Nel cuore stesso di Dio”. La seconda enciclica di Papa Benedetto è sulla speranza. In piazza S. Pietro, toccando le sue mani: “Santità, Vi portiamo l’amore di don Giussani”, Lui, con sorriso delicato, distese nuovamente le sue mani stringendo più forte le nostre. Stiamo stati profondamente commossi ascoltando, stasera in diretta televisiva, le sue parole a Castel Gandolfo: “Oggi è un giorno diverso dalle altre volte. … non più Pontefice della Chiesa Cattolica, ma pellegrino…..” Nel corso del suo Pontificato, ogni anno, siamo stati pellegrini a Castel Gandolfo, nel giorno dell’Assunta. Altri sprazzi di incontri, altre parole come sussurrate, altri scambi…. : “Santità, benedica i nostri figli che nella nostra terra cercano il futuro”. “Certo! Certo!” Sull’aereo, mentre andava a Madrid, la settimana successiva, per la giornata mondiale della gioventù, nel dialogo con i giornalisti, spronò i governanti a “creare occupazione per i giovani”. Nell’incontro con i  giovani gridò forte: “Non abbiate paura del futuro”! “Rimarrò nel recinto di San Pietro”, ha detto nella sua ultima udienza circondato dall’affetto, dalla preghiera e dal silenzio di una moltitudine immensa. Noi, che Lo guardavamo parlare dalla terrazza del braccio di Carlo Magno, abbiamo visto uno spettacolo unico al mondo, ricevendo e distendendo, ancora una volta, l’ombra del mantello di San Pietro.               

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