La meditazione di Papa Benedetto XVI,
nel corso dell’ultima Udienza Generale in piazza San Pietro, è un dono speciale
a tutta la Chiesa
e all’umanità intera. Un dono anche al
“popolo delle lettere” che, in questi otto anni di Pontificato, ha pregato per
il Papa, ricevendo conforto e gioia. Il Papa stesso da queste lettere ha
ricevuto buone “notizie”, constatando la buona semina e i frutti di gioia, di speranza,
di apertura al futuro, che si manifestano nella vita di coloro che si lasciano
abbracciare dall’abbraccio e dallo sguardo di Gesù. Questa moltitudine ha
portato il con il Papa peso del ministero petrino, di cui Papa Benedetto XVI, Pastore
Docente, ha svelato nuova luce, secondo una magnifica ed affascinante unità di
fede e ragione. In questi quasi otto anni di Pontificato, siamo stati
personalmente toccati dal mantello di San Pietro, godendo la sua ombra, che con
gioia ed onore, abbiamo portato e portiamo nel mondo. Mutuando l’invocazione alla Madonna, che
abbiamo imparato da don Giussani, mentre attraversava la piazza del Santuario
della Madonna del Rosario, a Pompei, il 19 ottobre del 2008, d’impeto,
toccandoGli i paramenti sacri: “Santità, Voi siete la Sicurezza della nostra Speranza”.
Il Papa, dopo qualche passo, si voltò, ci fissò, benedicendoci. Pietro con la Madonna ! Il Ministero petrino
conferma la fede dei fratelli, presiede nella carità, rassicura nella speranza.
“Senza la piccola gemma di speranza, dice Peguy, nulla durerebbe. E’ la
speranza che è stupefacente….. il
germoglio, lo spuntare della speranza nel cuore dell’uomo. Nel cuore stesso di
Dio”. La seconda enciclica di Papa Benedetto è sulla speranza. In piazza S.
Pietro, toccando le sue mani: “Santità, Vi portiamo l’amore di don Giussani”,
Lui, con sorriso delicato, distese nuovamente le sue mani stringendo più forte
le nostre. Stiamo stati profondamente commossi ascoltando, stasera in diretta
televisiva, le sue parole a Castel Gandolfo: “Oggi è un giorno diverso dalle
altre volte. … non più Pontefice della Chiesa Cattolica, ma pellegrino…..” Nel
corso del suo Pontificato, ogni anno, siamo stati pellegrini a Castel Gandolfo,
nel giorno dell’Assunta. Altri sprazzi di incontri, altre parole come
sussurrate, altri scambi…. : “Santità, benedica i nostri figli che nella nostra
terra cercano il futuro”. “Certo! Certo!” Sull’aereo, mentre andava a Madrid,
la settimana successiva, per la giornata mondiale della gioventù, nel dialogo
con i giornalisti, spronò i governanti a “creare occupazione per i giovani”.
Nell’incontro con i giovani gridò forte:
“Non abbiate paura del futuro”! “Rimarrò nel recinto di San Pietro”, ha detto
nella sua ultima udienza circondato dall’affetto, dalla preghiera e dal
silenzio di una moltitudine immensa. Noi, che Lo guardavamo parlare dalla terrazza
del braccio di Carlo Magno, abbiamo visto uno spettacolo unico al mondo,
ricevendo e distendendo, ancora una volta, l’ombra del mantello di San Pietro.

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