
C’eravamo anche noi, ieri sera, in piazza S. Pietro. In pellegrinaggio pro eligendo romano Pontifice, con Ciccio, Salvatore, Riccardo e Gennarone. Papa Benedetto aveva chiesto a tutti i fedeli di pregare per il nuovo Papa da eleggere. Così, in “vicinanza spirituale ed orante” con lui, ci siamo mossi contenti di “vivere le dimensioni universali della Chiesa”, come ci ha insegnato don Giussani. Alle 19. 06….la fumata bianca, le campane di S. Pietro, la moltitudine straripente. Noi sotto la statua del Principe degli Apostoli, per guardare meglio. Quindi, l’annuncio. Immediatamente un nome “familiare”: Bergoglio. Familiare per l’amicizia con don Giacomo; nel cuore e nella memoria le parole che il Cardinale Bergoglio aveva pronunciato per la morte del sacerdote amico, “l’uomo-bambino’, che si stupiva di ciò che Dio faceva accadere nella sua vita. Francesco, l’uomo vestito di bianco; il sussulto e l’ovazione del popolo per Francescum. Moltitudine silenziosa nella preghiera: “per il nostro Vescovo Emerito, Benedetto XVI”; per la benedizione di Dio al Vescovo di Roma attraverso la preghiera del popolo. Piazza S. Pietro; veramente la più bella del mondo! Ritornando a casa, negli uffici, a scuola abbiamo visto l’espandersi dello stupore negli occhi e nelle parole delle persone. In questa esperienza abbiamo ricompreso il cristianesimo nella modalità suggestiva e ragionevole, affascinante per il cuore umano, con cui l’abbiamo incontrato: l’accadere di una presenza, di un avvenimento che commuove l’Essere che è in noi. L’imbattersi in qualcosa che viene prima di ogni nostro ragionamento ed analisi. Con sorpresa abbiamo letto, nella traduzione dell’amico Silvio Prota, le parole del motto episcopale di Colui che è stato chiamato al soglio pontificio: “miserando atque eligendo”: “siccome lo guardò con commozione e lo preferì”… . E’ lo sguardo di Gesù sul vecchio usuraio, Matteo, che per quello sguardo Lo seguì. Uno sguardo…l’impatto con un fatto che rende ragionevole la vita ed umanamente affascinante il farsi cristiano. L’accento totalmente umano di Papa Francesco ha azzerato le analisi, i ragionamenti degli esperti, dei vaticanisti, dei politologici. Tutti sono stati costretti ad ammettere di essere stati “sorpresi”, superati da tutte le parti. Più forte delle opinioni è l’affermarsi della vita, della promessa di una vita pienamente umana. Nella maestosità e nello splendore della Cappella Sistina, dove nasce il Papa, è accaduto, ancora una volta, qualcosa di sorprendente, non riconducibile agli schemi con cui normalmente viene letta ed affrontata la realtà. Il volto lieto di Papa Francesco è qualcosa di sorprendente che ci induce a cogliere, capire il segreto e l’origine della letizia risplendente nel suo volto. Nulla è più interessante e sorprendente di questo cammino di conoscenza che si snoda nella realtà solita di ogni giorno: itinerario che ci conduce ad una sempre più piena scoperta di sé, seguendo l’attrattiva dell’Essere che ci costituisce.
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