E’ trascorso un anno
dalla rinuncia al ministero petrino di Benedetto XVI. Tutti ricordiamo il
preciso momento quando la notizia, raggiungendoci, ci ammutolì. Le immagini in
mondovisione ci conducevano in qualcosa di surreale; il discorso del Papa,
nella dolcezza e nella fermezza della lingua latina, ci introduceva in un
evento veramente storico. Il nostro cuore, turbato, presentiva un fatto, un
avvenimento che avrebbe “pesato” sull’esistenza di ciascuno di noi. Non
ringrazieremo mai abbastanza don Julìan Carron, nostro maestro nella fede, presidente della
Fraternità di Comunione e Liberazione, per averci condotto all’essenza di quel
gesto: l’amore a Cristo e alla Sua Chiesa. Amore libero, forte e lieto, con
effetto dirompente sulla vita del popolo di Dio. Quel momento, quella “rinuncia
attiva” ha illuminato, con chiarore nuovo, il cammino, riportandoci alla radice
della vita di comunità, secondo la forma e l’insegnamento del carisma che
abbiamo incontrato: l’attrattiva Gesù! Da qui il percorso di fede e di ragione
che ci entusiasma, sperimentando un di più di umano nell’esistente personale e
nell’esistente storico. Così, nelle vicende personali e sociali, si è
introdotto un tempo nuovo, più ricco di significato: “Il tempo, secondo la
magnifica espressione di don Giussani, è la giovinezza di Dio”; ci è dato per
scoprire i protagonisti del dialogo più affascinante: io – Tu! Questo dialogo
drammatico, in quanto rispettoso della libertà della persona, è l’essenza del rapporto
tra fede e ragione nell’oggi, che abbiamo visto grandioso in Benedetto XVI, per
la sfida pacifica alla modernità e post-modernità sulla verità e sulla libertà,
affermando nell’agone pubblico e democratico una laicità razionale e, dunque,
positiva; che sperimentiamo, come inizio aurorale, nell’esperienza del carisma
storico di don Giussani: stupore, ammirazione critica dell’Essere che si rivela
nelle “cose” e nei volti, diventando “Cara beltà”, secondo l’intuizione
leopardiana con cui don Giussani si è confrontato per tutta la vita. Dialogo sull’umano
che vediamo esplodere, oltre frontiera, attraversando le periferie del cuore, grazie
alla testimonianza di Papa Francesco. Sabato 22 febbraio la comunità di C.L. di
Salerno si riunirà con il suo Pastore, l’Arcivescovo Primate, S. E. mons.
Moretti, per celebrare, sulla tomba dell’Apostolo Matteo, giovedì 20 febbraio 2014
Uno sguardo, un abbraccio!
E’ trascorso un anno
dalla rinuncia al ministero petrino di Benedetto XVI. Tutti ricordiamo il
preciso momento quando la notizia, raggiungendoci, ci ammutolì. Le immagini in
mondovisione ci conducevano in qualcosa di surreale; il discorso del Papa,
nella dolcezza e nella fermezza della lingua latina, ci introduceva in un
evento veramente storico. Il nostro cuore, turbato, presentiva un fatto, un
avvenimento che avrebbe “pesato” sull’esistenza di ciascuno di noi. Non
ringrazieremo mai abbastanza don Julìan Carron, nostro maestro nella fede, presidente della
Fraternità di Comunione e Liberazione, per averci condotto all’essenza di quel
gesto: l’amore a Cristo e alla Sua Chiesa. Amore libero, forte e lieto, con
effetto dirompente sulla vita del popolo di Dio. Quel momento, quella “rinuncia
attiva” ha illuminato, con chiarore nuovo, il cammino, riportandoci alla radice
della vita di comunità, secondo la forma e l’insegnamento del carisma che
abbiamo incontrato: l’attrattiva Gesù! Da qui il percorso di fede e di ragione
che ci entusiasma, sperimentando un di più di umano nell’esistente personale e
nell’esistente storico. Così, nelle vicende personali e sociali, si è
introdotto un tempo nuovo, più ricco di significato: “Il tempo, secondo la
magnifica espressione di don Giussani, è la giovinezza di Dio”; ci è dato per
scoprire i protagonisti del dialogo più affascinante: io – Tu! Questo dialogo
drammatico, in quanto rispettoso della libertà della persona, è l’essenza del rapporto
tra fede e ragione nell’oggi, che abbiamo visto grandioso in Benedetto XVI, per
la sfida pacifica alla modernità e post-modernità sulla verità e sulla libertà,
affermando nell’agone pubblico e democratico una laicità razionale e, dunque,
positiva; che sperimentiamo, come inizio aurorale, nell’esperienza del carisma
storico di don Giussani: stupore, ammirazione critica dell’Essere che si rivela
nelle “cose” e nei volti, diventando “Cara beltà”, secondo l’intuizione
leopardiana con cui don Giussani si è confrontato per tutta la vita. Dialogo sull’umano
che vediamo esplodere, oltre frontiera, attraversando le periferie del cuore, grazie
alla testimonianza di Papa Francesco. Sabato 22 febbraio la comunità di C.L. di
Salerno si riunirà con il suo Pastore, l’Arcivescovo Primate, S. E. mons.
Moretti, per celebrare, sulla tomba dell’Apostolo Matteo,
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