lunedì 11 agosto 2014

La forza culturale del popolarismo

Alcide De Gasperi
Il Senato ha approvato, in prima lettura, il disegno di legge costituzionale per il superamento del bicameralismo perfetto. Noi rivendichiamo l’appartenenza ad un magistero di pensiero sociale che ha alimentato e plasmato, a livello sociale ed istituzionale, l’autonomia dei corpi intermedi. Perciò, ben venga la Camera delle Autonomie, di cui abbiamo insistentemente richiamato la vocazione alta. Ben venga, purchè sia realmente conforme a tale vocazione, non surrogato del più becero localismo, finalizzato agli interessi elettoralistici delle nuove baronie locali. Camera Alta capace di interpretare non solo i territori, ma anche la capacità di integrazione della rappresentanza politica sui temi fondamentali, come i diritti sociali e la libertà religiosa, onde evitare il monolitismo assolutistico della maggioranza di turno nella Sede propriamente politica. E’ un processo in corso su cui vigilare, nel contesto della riforma elettorale, che bisognerà modificare profondamente rispetto allo schema Renzi-Berlusconi dell’Italicum.  Schema del Nazareno: soglia bassa rispetto alla conquista del super premio di maggioranza (incostituzionale per come strutturato); soglia alta per le formazioni politiche non allineate, rendendo impossibile la loro stessa esistenza, con conseguente restringimento dello spazio politico plurale; liste bloccate di eredità del porcellum. A ciò si aggiunga la non elettività del Senato; la non elettività delle Aree Metropolitane e ….. buonanotte, democrazia! Su tutto questo centrodestra e “cespugli”, in prima battuta alla Camera, sono stati alquanto distratti, quasi accettando di trascorrere i loro giorni nella riserva indiana renzianberlusconiana. Ora, appare maggiore consapevolezza in coloro che pur si richiamano alla tradizione popolare, tentando – a livello parlamentare – un percorso comune. Il popolarismo sturziano-degasperiano ha rappresentato uno snodo fondamentale della democrazia nel nostro Paese, a partire dalle battaglie per l’allargamento delle basi dello Sato democratico, oltre il liberismo atomistico. E’ l’ora di riprendere, dopo anni di sudditanza, la consapevolezza culturale della frontiera popolare, capace di rinnovare le battaglie per l’intelaiatura democratica dello Stato, pena lo strozzamento delle Autonomie libere, sussidiarie e solidali, a vantaggio dello statalismo centralista, nella versione regionale, ed esautorando, a livello politico, le formazioni intermedie a vantaggio dell’egemonia del Partito Unico. Su questi nodi Buongiorno Democrazia, con pochissimi compagni di viaggio, nella scia di un grande maestro della politica, ha alimentato un percorso di sensibilizzazione e di promozione delle Autonomie Locali. Orgogliosamente continueremo.       

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