domenica 1 febbraio 2015

La raison, la raison!

L’orrore di quanto accaduto a Parigi non smette di sgomentarci. Come non smettono di sgomentarci i kamikaze bambini di 10 anni, i massacri quotidiani di migliaia di cristiani, la “pulizia etnica” nei confronti di appartenenti ad altre fedi religiose. E’ un inferno. “Una guerra mondiale”, ha scritto Giuliano Ferrara. “Una guerra mondiale a pezzi”, aveva affermato Papa Francesco. Di fronte a questo orrore ciascuno di noi è preso dall’impotenza, soccombendo alla paura. Le risposte non sono facili e non ci sono ricette a priori. Certo, i pubblici poteri hanno la responsabilità di fare la loro parte, sotto il profilo della prevenzione, della sicurezza, della severità nel contrastare tutte le forme di violenza e terrorismo. Tutto questo è doveroso, necessario ed ineludibile, ma non basta. C’è la tentazione di rispondere all’inferno con l’inferno. Tragica illusione. E allora? Riappropriamoci del gusto della ragione, agganciata all’esperienza, riconoscendo la forza delle esigenze e delle evidenze costitutive dell’esistenza umana, che si affermano per osmosi. E’ la potenza del contagio educativo e della contaminazione culturale. Non un discorso; né una dottrina, bensì un lungo percorso di facilitazione della razionalità. Senza questa aratura permanente, le civiltà decadono sotto i colpi dell’irrazionalità.

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