domenica 1 febbraio 2015

Passa la marcia

E’ stata imponente la marcia a Parigi. Per l’immensa folla umana, per la globale comunicazione mediatica, per la presenza di autorità politiche internazionali  anche al di là dei conflitti in cui si trascinano. E’ scoppiata la concordia universale; una marcia verso il cosmopolitismo universalistico. Non è così, ma non è uguale al niente il coinvolgimento di tante persone, purchè dopo la grande marcia si intraprenda la strada quotidiana della cultura, dell’educazione, della riflessione. Si riprenda l’itinerario del pensiero come riflessione sulla libertà, sulla verità come comunicazione dell’umano, sul diritto, sul senso critico, sull’integrazione tra persone e culture, rinnovando la tradizione europea, mix di radici e di purificazione, grazie a correnti di pensiero alternative alle radici stesse. E’ un itinerario eminentemente culturale. Su queste frontiere, sorte grazie alla sua genialità, oggi l’Europa è in netto ritardo, impaurita di fronte all’incalzare del terrorismo e di fronte alle ideologie esterne al suo essere. Ritroviamo l’impeto creativo della nostra storia. Meno di questo, passa la marcia, passa il semestre e rimangono solo parole vuote.

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