domenica 15 novembre 2015

“Come il bosco si difende dai suoi nemici?”

Ancora Parigi! Questa volta la furia omicida del terrorismo ha colpito i luoghi normali della vita: il teatro, lo stadio, i bar, i ristoranti. Hanno seminato morte e paura nella normalità, colpendo soprattutto ragazzi e giovani. Ci sono domande inquietanti: chi arma queste persone? Da dove vengono queste armi? In Iraq, dopo la liquidazione del tiranno Saddam Hussein, “grazie” a George Bush, l’isis vende petrolio per acquistare armi. In Siria, per far fuori il dittatore Assad, gli Stati Uniti hanno armato gruppi che hanno fatto avanzare l’organizzazione jihadista nel Paese. In Libia, dopo l’uccisione del tiranno Gheddafi, “grazie” all’impegno di Sarkozy, l’isis ha campo libero. Forte della conquista di queste postazioni, il califfo chiede obbedienza a tutti i musulmani, minacciandoli di morte. Minaccia che puntualmente si concretizza come dimostra l’attentato del califatto in Libano, nei giorni, anticipando di poche ore la strage di Parigi. Sarebbe un errore tragico e fatale favorire l’ingrossarsi del suo esercito, mettendo tutto nel sacco della jihad. “Guerra mondiale a pezzi”, come realisticamente e profeticamente denuncia Papa Francesco. Il traffico delle armi è il fiume inquinato ed inquinante che attraversa strati sociali e Stati ad opera di potentissime lobby finanziarie. E’ la corruzione elevata a sistema su cui il Papa continua a richiamare, in ogni occasione, la coscienza di tutti, attirandosi le ira degli “occidentalisti”, accusandolo di non sollecitare la “guerra giusta”. Sono gli stessi ambienti, oltre oceano, con seguaci anche nel nostro Paese, che condannavano Giovanni Paolo II, ora osannato, per la sua opposizione alla guerra in Iraq. L’Europa si svegli, inserendosi positivamente tra Russia e Stati Uniti nella crisi siriana. Quanto rimpiangiamo la politica estera italiana dei grandi democratici cristiani della prima Repubblica! Ma ci sono domande ancor più inquietanti: perché giovani ammazzano altri giovani? E’ follia omicida; ancor prima e ancor di più è un vortice di vuoto che corrode, consuma e annichilisce prima di uccidere. Come fermare questo fiume di morte? Nel mentre auspichiamo una fattiva, reale, intelligente azione coordinata di tutti i Paesi, innanzitutto dell’Europa, perché nessuno si salverà da solo, appare evidente che la posta in gioco chiama alla responsabilità ciascuno di noi. “Come il bosco si difende dai suoi nemici?”, si domandava il filosofo polacco Joseph Tischener, protagonista intellettuale della stagione di Solidarnos. “Crescendo! Diventando più bosco”. Al terrore della morte bisogna opporre, con modalità diffusive e rinnovata consapevolezza, le ragioni della vita, le ragioni dell’io: rapporto con la Sorgente infinita di Essere, inesauribile fonte di vita, di energia, di speranza, di costruttività. In questo tesoro sta la forza di una civiltà, capace di creare più ampi canali di irrigazione umana, in grado di spegnere l’incendio. “Questi terroristi sono giovani stranieri cresciuti in Francia”, commentano gli analisti. “C’è la corsa folle di tanti giovani europei”, ha dichiarato il Ministro dell’Interno italiano: è un richiamo alla coscienza di tutti noi, nessuno escluso. “Solo la vita normale costruisce”, affermava don Giussani. Una vita piena di gusto e di passione. E’ questa la fondamentale opera comune.             

Nessun commento:

Posta un commento