“Come il bosco si difende dai suoi nemici?”
Ancora Parigi! Questa volta la furia
omicida del terrorismo ha colpito i luoghi normali della vita: il teatro, lo
stadio, i bar, i ristoranti. Hanno seminato morte e paura nella normalità, colpendo soprattutto ragazzi e giovani. Ci
sono domande inquietanti: chi arma queste persone? Da dove vengono queste
armi? In Iraq, dopo la liquidazione del tiranno Saddam Hussein, “grazie” a George
Bush, l’isis vende petrolio per acquistare armi. In Siria, per far fuori il
dittatore Assad, gli Stati Uniti hanno armato gruppi che hanno fatto avanzare
l’organizzazione jihadista nel Paese. In Libia, dopo l’uccisione del tiranno
Gheddafi, “grazie” all’impegno di Sarkozy, l’isis ha campo libero. Forte della
conquista di queste postazioni, il califfo chiede obbedienza a tutti i
musulmani, minacciandoli di morte. Minaccia che puntualmente si concretizza
come dimostra l’attentato del califatto in Libano, nei giorni, anticipando di
poche ore la strage di Parigi. Sarebbe un errore tragico e fatale favorire
l’ingrossarsi del suo esercito, mettendo tutto nel sacco della jihad. “Guerra
mondiale a pezzi”, come realisticamente e profeticamente denuncia Papa
Francesco. Il traffico delle armi è il fiume inquinato ed inquinante che
attraversa strati sociali e Stati ad opera di potentissime lobby finanziarie. E’
la corruzione elevata a sistema su cui il Papa continua a richiamare, in ogni
occasione, la coscienza di tutti, attirandosi le ira degli “occidentalisti”,
accusandolo di non sollecitare la “guerra giusta”. Sono gli stessi ambienti,
oltre oceano, con seguaci anche nel nostro Paese, che condannavano Giovanni
Paolo II, ora osannato, per la sua opposizione alla guerra in Iraq. L’Europa si
svegli, inserendosi positivamente tra Russia e Stati Uniti nella crisi siriana.
Quanto rimpiangiamo la politica estera italiana dei grandi democratici
cristiani della prima Repubblica! Ma ci
sono domande ancor più inquietanti: perché
giovani ammazzano altri giovani? E’ follia omicida; ancor prima e ancor di
più è un vortice di vuoto che corrode, consuma e annichilisce prima di uccidere.
Come fermare questo fiume di morte? Nel mentre auspichiamo una fattiva, reale,
intelligente azione coordinata di tutti i Paesi, innanzitutto dell’Europa,
perché nessuno si salverà da solo, appare evidente che la posta in gioco chiama
alla responsabilità ciascuno di noi. “Come
il bosco si difende dai suoi nemici?”, si domandava il filosofo polacco
Joseph Tischener, protagonista intellettuale della stagione di Solidarnos.
“Crescendo! Diventando più bosco”. Al terrore della morte bisogna opporre, con modalità
diffusive e rinnovata consapevolezza, le ragioni della vita, le ragioni dell’io:
rapporto con la Sorgente infinita di Essere, inesauribile fonte di vita, di
energia, di speranza, di costruttività. In questo tesoro sta la forza di una
civiltà, capace di creare più ampi canali di irrigazione umana, in grado di
spegnere l’incendio. “Questi terroristi sono giovani stranieri cresciuti in
Francia”, commentano gli analisti. “C’è la corsa folle di tanti giovani
europei”, ha dichiarato il Ministro dell’Interno italiano: è un richiamo alla
coscienza di tutti noi, nessuno escluso. “Solo
la vita normale costruisce”, affermava don Giussani. Una vita piena di
gusto e di passione. E’ questa la fondamentale opera comune.

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