| Cristo e l'adultera, Jean de Dieu |
Dedicato al Belgio e a
tutti noi. Nei tornanti più difficili della vita di un popolo, occorre
ritrovare le ragioni della vita nell’impatto con una presenza autenticamente
umana. A chi guardare? L’esempio più grande ci viene da Papa Francesco,
instancabile ed indomito testimone di passione per l’uomo e per tutto il
creato. Nell’esperienza di un abbraccio rinasce il gusto di Essere, facendo
arretrare il nulla e la paura. E’ l’esperienza di un grande amore che fa
attraversare tutte le sfide, tutte le paure, tutte le contraddizioni, tutti i
problemi emergenti nell’esistente personale e nell’esistente storico. Quando
l’io si sente accolto, abbracciato, amato diventa un protagonista nuovo nella
storia; fa esperienza di una forza irresistibile che non può essere fermata
neppure dal male: proprio ed altrui. E’ la ricreazione della natura umana come
ci richiama la fioritura naturale di questi giorni: un di più di Essere
sorpreso nella propria vita come dono gratuito nell’accadere di fatti ed incontri.
La parola cristiana che descrive questo fenomeno, oltre misura, è misericordia:
l’attrattiva Gesù! Misericordiae Vultus. In forza di questa esperienza Papa
Francesco è capace di parlare al cuore di ciascuno. L’uomo del nostro tempo ha
bisogno di ricomprendere questa parola, questo fatto nell’esperienza. Ha
scritto Benedetto XVI: “Gli uomini nel loro intimo aspettano che il samaritano
venga in loro aiuto, che egli si curvi su di essi, versi olio sulle loro
ferite, si prenda cura di loro e li porti al riparo. In ultima analisi essi
sanno di aver bisogno della misericordia di Dio e della sua delicatezza. Nella
durezza del mondo tecnicizzato nel quale i sentimenti non contano più niente,
aumenta però l’attesa di un amore salvifico che venga donato gratuitamente.” “A
mio parere … sotto la patina della sicurezza di sé e della propria giustizia
l’uomo di oggi nasconde una profonda conoscenza delle sue ferite e della sua
indegnità di fronte a Dio. Egli è in attesa della misericordia.” (Cosa è la
fede e come si arriva a credere. Il teologo gesuita Jacques Servais a colloquio
con Benedetto XVI. Da Avvenire 16 marzo 2016). L’attesa della misericordia è il
segno dei tempi; è la chiave di volta ermeneutica del momento che viviamo. Bilancio
della storia, ossia conoscenza più vasta del reale; profezia nella storia,
senza la quale i cristiani si autoriducono a club di opinionisti. Nello stesso
tempo, è la domanda più impellente, seppure tante volte implicita; è
certamente, in questo tempo, in questi mesi, in questi giorni, la ferita più
lancinante: che la misericordia, come ci ha insegnato a domandare don Giussani,
prevalga su tutte le brutture. Il vero bilancio della storia.
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