domenica 27 marzo 2016

Bilancio della storia

Cristo e l'adultera, Jean de Dieu
Dedicato al Belgio e a tutti noi. Nei tornanti più difficili della vita di un popolo, occorre ritrovare le ragioni della vita nell’impatto con una presenza autenticamente umana. A chi guardare? L’esempio più grande ci viene da Papa Francesco, instancabile ed indomito testimone di passione per l’uomo e per tutto il creato. Nell’esperienza di un abbraccio rinasce il gusto di Essere, facendo arretrare il nulla e la paura. E’ l’esperienza di un grande amore che fa attraversare tutte le sfide, tutte le paure, tutte le contraddizioni, tutti i problemi emergenti nell’esistente personale e nell’esistente storico. Quando l’io si sente accolto, abbracciato, amato diventa un protagonista nuovo nella storia; fa esperienza di una forza irresistibile che non può essere fermata neppure dal male: proprio ed altrui. E’ la ricreazione della natura umana come ci richiama la fioritura naturale di questi giorni: un di più di Essere sorpreso nella propria vita come dono gratuito nell’accadere di fatti ed incontri. La parola cristiana che descrive questo fenomeno, oltre misura, è misericordia: l’attrattiva Gesù! Misericordiae Vultus. In forza di questa esperienza Papa Francesco è capace di parlare al cuore di ciascuno. L’uomo del nostro tempo ha bisogno di ricomprendere questa parola, questo fatto nell’esperienza. Ha scritto Benedetto XVI: “Gli uomini nel loro intimo aspettano che il samaritano venga in loro aiuto, che egli si curvi su di essi, versi olio sulle loro ferite, si prenda cura di loro e li porti al riparo. In ultima analisi essi sanno di aver bisogno della misericordia di Dio e della sua delicatezza. Nella durezza del mondo tecnicizzato nel quale i sentimenti non contano più niente, aumenta però l’attesa di un amore salvifico che venga donato gratuitamente.” “A mio parere … sotto la patina della sicurezza di sé e della propria giustizia l’uomo di oggi nasconde una profonda conoscenza delle sue ferite e della sua indegnità di fronte a Dio. Egli è in attesa della misericordia.” (Cosa è la fede e come si arriva a credere. Il teologo gesuita Jacques Servais a colloquio con Benedetto XVI. Da Avvenire 16 marzo 2016). L’attesa della misericordia è il segno dei tempi; è la chiave di volta ermeneutica del momento che viviamo. Bilancio della storia, ossia conoscenza più vasta del reale; profezia nella storia, senza la quale i cristiani si autoriducono a club di opinionisti. Nello stesso tempo, è la domanda più impellente, seppure tante volte implicita; è certamente, in questo tempo, in questi mesi, in questi giorni, la ferita più lancinante: che la misericordia, come ci ha insegnato a domandare don Giussani, prevalga su tutte le brutture. Il vero bilancio della storia. 

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