domenica 29 maggio 2016

La vittoria rosa. La vita vera















La novantanovesima edizione del Giro d’Italia passerà alla storia della corsa rosa con l’immagine vittoriosa di Vincenzo Nibali. Ha vinto da campione; il Giro si vince così! E’stato bello vederlo sul colle dell’agnello: la scalata irresistibile verso il traguardo finale. Eleganza, grinta, potenza; slancio; scatto umano. Tappa mitica, sovrastata dal Monviso, partendo da Pinerolo con il pensiero alla memorabile fuga di Fausto Coppi nella Cuneo-Pinerolo. La montagna ha la sua poesia. Il ciclismo la compone con la sua leggenda fatta di reale “sudore del volto”: capitani, campioni e gregari. Gregari o scudieri, come li definiva la voce magica di Adriano di De Zan. Gregari che lottano per una vittoria di tappa. Campioni di un  giorno; campioni per sempre. “Ogni uomo è una Vetta”, dice Karol Wojtyla in un suo componimento poetico. Da questa Vetta tutto il mondo appare diversamente; questa “Postazione” cambia lo sguardo su di sé e sulla storia; lo sguardo si dilata, cogliendo la dimensione più reale delle “cose”, partecipando alle “cose” con maggiore intensità e vibrazione del cuore. La Vetta è la profondità di noi stessi, ovvero la Realtà che desideriamo cogliere, scorgere, abbracciare avventurandoci in tutte le pieghe della vita. Di questa Vetta sono segno altre due immagini di una storia ancor più vera: l’abbraccio di Nibali alla mamma ed al papà di Esteban Chavez, venuti dalla Columbia con un sogno nel cuore. Una favola che stava per realizzarsi; un incanto che la potenza di Vincenzo ha consumato negli ultimi chilometri della fatica. E poi, come coronamento non solo di questo Giro d’Italia, il sorriso di Esteban; di questo ragazzo venuto “da un Paese lontano”, ricorrendo la vittoria, sognandola, quasi afferrandola, macinando un lungo, lunghissimo percorso. Dopo la sconfitta, il suo sorriso vero; di chi ama “la vita vera”. “I miei genitori sono qui per la prima volta in Europa a vedermi. Questa è la vita, la vita vera”. E’ la vita più forte della delusione di una sconfitta; più forte della stessa allegrezza del successo. Il sorriso della vita vera oltrepassa, trapassa vittorie e sconfitte; delusioni ed illusioni; fatica, gioia e dolore. Grazie Esteban per averci regalato questo fiore; per averlo donato a noi, a tutto il mondo del ciclismo, a tutto il mondo; per averci ricordato che la “vita vera” è la vera vittoria ricercata, inseguita, amata (consapevolmente o inconsapevolmente) dal cuore di bambino; di ogni bambino che diventa uomo. Grazie, Vincenzo! Vincenzo Mauro Nibali. 

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