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| Riunione del Governo Bonomi, Salone dei Marmi, Palazzo di Città, Salerno |
I settanta anni della Repubblica sono l’occasione che hanno dato vita alla mostra del Meeting di Rimini: “L’incontro con l’altro: genio della Repubblica. 1946-2016”. Dal referendum costituzionale e la formazione dell’Assemblea Costituente (2 giugno 1946), con evidente gestazione precedente, ha inizio un lungo itinerario di pacificazione, di confronto ed anche di scontro che, pur tra contraddittorietà e drammi, ha assicurato il più duraturo periodo di libertà nel nostro Paese, contribuendo, in misura notevole, al più lungo periodo di pace in Europa, origine e fulcro di due guerre mondiali. Da questa storia “lontana e recente” c’è molto da imparare nel presente, per andare incontro al futuro con fiducia e certezza. Nel contesto dell’attuale momento politico, appare fondamentale un ritorno alla memoria, un bagno di memoria democratica. Il fatto che rese possibile il “miracolo della democrazia italiana” fu la svolta di Salerno, ovvero la decisione da parte del PCI di Togliatti di partecipare al governo antifascista di unità nazionale. La svolta fu possibile sulla base del compromesso pensato da Enrico De Nicola e Benedetto Croce, al fine di realizzare l’accordo tra i partiti del CLN (che spingevano per l’immediata abdicazione del Re e la rinuncia al trono di Umberto II), la Monarchia e Badoglio. Il colloquio con il Re avvenne nella villa Guariglia, a Raito, frazione di Vietri sul Mare, ove alloggiava Vittorio Emanuele III. Il compromesso, con la luogotenenza ad Umberto II, avviò il governo di unità nazionale, congelando la “questione istituzionale” (Repubblica o Monarchia?) fino al termine del conflitto. A Salerno si disegnò il percorso futuro: il primo governo Badoglio (composizione militare) si trasferì da Brindisi a Salerno l’11 febbraio, con durata sino al 17 aprile 1944. Dal 22 aprile al 5 giugno operò il secondo gabinetto Badoglio, con la partecipazione dei partiti antifascisti; seguì il governo di Ivanoe Bonomi, che continuò a riunirsi a Salerno sino al 15 luglio del ‘44. La prima seduta del Bonomi, a Palazzo di Città (22 giugno), vedeva la presenza, tra gli altri, di Benedetto Croce, Carlo Sforza, Meuccio Ruini, Alberto Cianca, Giuseppe Saragat, Palmiro Togliatti, Pietro Mancini, Umberto Tupini, Giovanni Gronchi, Giuseppe Spataro, Alcide De Gasperi. La Gazzetta Ufficiale dell’otto luglio conteneva il testo di legge che rimandava alla fine della guerra l’elezione dell’Assemblea Costituente e lo svolgimento del referendum istituzionale Repubblica/Monarchia. Molto si è discusso sulla natura “strumentale” della svolta di Salerno concordata tra Stalin e Togliatti. Sarà! A noi fanno una certa impressione le immagini di Togliatti che, a Palazzo di Città, conversava con Benedetto Croce, ascoltandolo in “religiosa” riverenza. In ogni caso, quella svolta fu l’occasione storica per un dialogo di pacificazione e di costruzione costituente che ha rafforzato l’ossatura della Repubblica, pur negli anni a seguire di un’aspra dialettica democratica. Ritrovare lo spirito costituente e pre-costituente sarebbe scelta saggia nel desolante panorama attuale, abbandonando l’arroganza di parte, mista ad ignoranza, che ha contraddistinto l’iter dell’attuale riforma costituzionale, in combinato disposto con la legge elettorale porcellum bis, ovvero l’italicum.
Il 19 agosto 1954, a Sella di Valsugana, moriva Alcide De Gasperi. Ricordare questo anniversario significa far memoria di un Uomo, un Cattolico, uno Statista, di una Generazione che seppe guardare lontano, rendendo il presente storico una mirabile Opera di ricostruzione.

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