domenica 11 settembre 2016

L’economia del dono

Santa Madre Teresa di Calcutta
Patrona del volontariato
L’Europa vive uno sconvolgimento drammatico: al tramonto del Welfare State  (autentica civiltà europea) si aggiunge la perdurante incapacità di creare lavoro. Sono le grandi questioni che mettono a rischio la pace e la democrazia, allargando a dismisura, le sacche della depressione umana prima ancora che economica. Tuttavia, nel nostro Paese c’è  uno “zoccolo” duro, molto resistente, addirittura in espansione: il welfare dell’associazionismo solidale, antica ed originale risorsa del genio italiano. Lungo questa frontiera rintracciamo esperienze creative e crescenti, capaci di coniugare, in forme nuove, lavoro e solidarietà. Nella continua costruzione del welfare solidale, un ruolo preponderante è costituito dal volontariato. Realtà variegata, multiforme, ricca di energie, feconda e fecondatrice. Essa è la prima frontiera umana dello sviluppo, come una “centrale” che immette nuove energie nel corpo sociale, aprendo ed allargando gli spazi dell’economia civile del dono e della gratuità. Perché l’economia non è solo unilateralmente economicistica; essa è cultura dei bisogni, dei beni e delle risorse, per rendere più razionale la convivenza. C’è un nesso inscindibile, una corsia privilegiata tra volontariato, cultura, economia e lavoro: uno scambio permanente di valori e plus valore, ovvero di “eccedenza umana” alla base di ogni intrapresa produttiva. Alla luce di tutto ciò, il volontariato ha bisogno continuamente di ri-conoscersi, di riscoprire la sua “radice”, di tenere alta la sua dimensione costitutiva, ponendosi criticamente, generando ragioni su ragioni e su di esse costruire il libero impegno quotidiano. Di fronte all’emergere del bisogno e dei bisogni non è sufficiente la carica emotiva; cosi come di fronte alla nichilismo economicista, che riduce tutto a merce, non è sufficiente il volontarismo umanitarista. Ecco, dunque, il grande dono che Papa Francesco ha fatto agli operatori sociali ed a tutti, dichiarando patrona del volontariato santa madre Teresa di Calcutta. Un invito, un suggerimento a guardare, a lasciarsi guardare da una pienezza di vita nelle nostre occupazioni quotidiane, volontarie e non. Un invito ad andare all’Origine di quel sorriso, prima ancora di tutte le sue stesse opere, che Madre Teresa ha mostrato al mondo intero. “Chi potrà mai parlare dell’amore all’uomo proprio di Cristo, traboccante di pace?” (Dionigi l’Areopagita, V sec. ). Disse don Giussani: “Il cristianesimo non è nato per fondare una religione, è nato come passione per l’uomo”. Una passione per sé stessi, per tutto e per tutti, rendendo tutto più conforme al sentire del nostro cuore. 

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