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| Santa Madre Teresa di Calcutta Patrona del volontariato |
L’Europa
vive uno sconvolgimento drammatico: al tramonto del Welfare State (autentica civiltà europea) si aggiunge la
perdurante incapacità di creare lavoro. Sono le grandi questioni che mettono a
rischio la pace e la democrazia, allargando a dismisura, le sacche della depressione
umana prima ancora che economica. Tuttavia, nel nostro Paese c’è uno “zoccolo” duro, molto resistente,
addirittura in espansione: il welfare dell’associazionismo solidale, antica ed originale
risorsa del genio italiano. Lungo questa frontiera rintracciamo esperienze
creative e crescenti, capaci di coniugare, in forme nuove, lavoro e
solidarietà. Nella continua costruzione del welfare solidale, un ruolo
preponderante è costituito dal volontariato. Realtà variegata, multiforme,
ricca di energie, feconda e fecondatrice. Essa è la prima frontiera umana dello
sviluppo, come una “centrale” che immette nuove energie nel corpo sociale,
aprendo ed allargando gli spazi dell’economia civile del dono e della gratuità.
Perché l’economia non è solo unilateralmente economicistica; essa è cultura dei
bisogni, dei beni e delle risorse, per rendere più razionale la convivenza. C’è
un nesso inscindibile, una corsia privilegiata tra volontariato, cultura,
economia e lavoro: uno scambio permanente di valori e plus valore, ovvero di
“eccedenza umana” alla base di ogni intrapresa produttiva. Alla luce di tutto
ciò, il volontariato ha bisogno continuamente di ri-conoscersi, di riscoprire
la sua “radice”, di tenere alta la sua dimensione costitutiva, ponendosi criticamente,
generando ragioni su ragioni e su di esse costruire il libero impegno
quotidiano. Di fronte all’emergere del bisogno e dei bisogni non è sufficiente
la carica emotiva; cosi come di fronte alla nichilismo economicista, che riduce
tutto a merce, non è sufficiente il volontarismo umanitarista. Ecco, dunque, il
grande dono che Papa Francesco ha fatto agli operatori sociali ed a tutti,
dichiarando patrona del volontariato
santa madre Teresa di Calcutta. Un invito, un suggerimento a guardare, a
lasciarsi guardare da una pienezza di vita nelle nostre occupazioni quotidiane,
volontarie e non. Un invito ad andare all’Origine di quel sorriso, prima ancora
di tutte le sue stesse opere, che Madre Teresa ha mostrato al mondo intero. “Chi
potrà mai parlare dell’amore all’uomo proprio di Cristo, traboccante di pace?”
(Dionigi l’Areopagita, V sec. ). Disse don Giussani: “Il cristianesimo non è
nato per fondare una religione, è nato come passione per l’uomo”. Una passione
per sé stessi, per tutto e per tutti, rendendo tutto più conforme al sentire
del nostro cuore.

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