mercoledì 22 febbraio 2017

L’intuizione nascente


















“La politica si è abbassata”, ha affermato Papa Francesco, parlando in termini generali, all’incontro con i giovani dell’Università Roma Tre. Di fronte allo scoramento e all’oscuramento del popolo, il Papa ci sprona a “promuovere processi”, abbandonando definitivamente la logica dell’occupazione degli spazi. Si tratta di intraprendere un percorso nuovo, contribuendo anche sul piano politico (in senso ampio, cioè come passione per la polis) ad un’opera di ricostruzione. Da dove ripartire? Per sua forza incoercibile, attraverso la filigrana degli incontri decisivi, il cuore non si rassegna al suo svuotamento; pur sempre si mobilita, sprona alla costruzione. Nessuna contraddizione spezza il misterioso “filo d’oro” che lega noi stessi alle “cose”, ricercandone il significato (l’avventura suprema della ragione amante del vero). Da qui il fiotto sorgivo, l’intuizione nascente di ogni impresa, di ogni fatica, di ogni opera. L’io all’opera: è la risorsa fondamentale per la ricostruzione del tessuto umano della società. E’, altresì, la risorsa  determinante per la democrazia di un Paese, del nostro Paese. La democrazia, nel suo profondo, prima che espressione di idee ed opinioni, è edificazione; è capacità di lavoro; è genialità di mettere insieme, di associare per un compito; è creazione negli ambiti della convivenza di una ricca trama di persone ed iniziative. E’ l’arte del dialogo e dell’incontro con l’altro, cooperando, sviluppando sinergie, condividendo il bene comune dell’umanità di ciascuno. E’ l’economia civile, ovvero l’esperienza di persone le quali comprendono che ogni attività economica è intrapresa; che ogni intrapresa contiene in sé il germe della gratuità, cioè uno slancio che va oltre, che eccede la misura del mero tornaconto, moltiplicando a dismisura le energie. La ricostruzione, nell’esperienza personale, delle ragioni della democrazia è il contributo politico fondativo di una nuova civiltà, attraversando l’imbarbarimento oggi prevalente. Nella società della dispersione e della “liquidità”, nelle società dello sviluppo della tecnica e delle tecnologie, in questo momento di “cambiamento epocale”, urge andare al fondo della questione umana, facendo riemergere nel soggetto, secondo l’evidenza della ragione, in un percorso educativo e culturale, l’epifenomeno dell’Essere all’opera. E’ anche l’aiuto decisivo, la compagnia più grande che possiamo offrire ai giovani, sostenendoli,  in una vicinanza, nel “dialogo con se stessi”, di cui il lavoro è l’espressione esistenziale più acuta. Da don Giussani abbiamo imparato che “la libertà è un’appartenenza in una libera attività. Questa libertà si attua se la persona accetta l’appartenenza a ciò che percepisce simile a sé, consono a sé, “concorde”; ecco la parola giusta. Questo è il valore della compagnia: fare concordia. … Il metodo di governo e di conduzione di una società non può non avere come sua prima questione e prima preoccupazione il favorire e il valorizzare ciò che nasce dal cuore dell’uomo, prendendo consistenza in forme associative. Questo è, dal punto di vista della nostra concezione antropologica, sociale e storica l’unica cosa che ci preme”.   

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