lunedì 22 maggio 2017

“Lezioni di economia civile”
  secondo Francesco

Il messaggio inviato da Papa Francesco alla Pontificia Accademia delle Scienze, in occasione della sessione plenaria dedicata al tema “Verso una società partecipativa: nuove strade per l’integrazione sociale e culturale” (Casina Pio IV, 28 aprile – 2 maggio 2017), costituisce una importante riflessione per lo sviluppo dell’economia civile, di cui abbiamo trattato nel precedente editoriale. “La Dottrina Sociale della Chiesa invita con insistenza a trovare i modi per applicare nella pratica la fraternità come principio regolatore dell’ordine economico”, ha scritto Francesco, sottolineando che “mentre la solidarietà è il principio di pianificazione sociale che permette ai diseguali di diventare eguali, la fraternità è quello che consente a persone eguali di essere persone diverse. La fraternità consente a persone che sono eguali nella loro essenza, dignità e libertà, e nei loro diritti fondamentali, di partecipare diversamente al bene comune secondo la loro capacità, il loro piano di vita, la loro vocazione, il loro lavoro o il loro carisma di servizio.”  La fraternità è il principio fondamentale delle “Lezioni di commercio o sia di economia civile” di Antonio Genovesi, concependo il mercato come reciprocità e mutua assistenza imperniate sul diritto-dovere di soccorrere e di essere soccorsi nel bisogno.  Il messaggio di Papa Francesco, nella scia della Caritas in veritate (“nuovo manifesto dell’economia civile”), prosegue la “rifondazione critica” di questo filone culturale-economico, rafforzandone i contenuti antropologici e razionali, onde evitare che la stessa formulazione di economia civile scivoli nell’umanitarismo privo delle ragioni originali e fondative. “Una società partecipativa non può accontentarsi dell’orizzonte della pura solidarietà e dell’assistenzialismo, perché una società che fosse solo solidale e assistenziale, e non anche fraterna, sarebbe una società di persone infelici e disperate dalla quale ognuno cercherebbe di fuggire, in casi estremi anche con il suicidio”. Su cosa fondare percorsi esplicativi di un’economia di gratuità e fraternità? E’ l’interrogativo che rende urgente ed ineludibile un nuovo dialogo tra fede e ragione. L’esperienza storica dimostra che non è sufficiente il richiamo etico di per sé. Il cambiamento epocale che stiamo attraversando documenta proprio lo sfaldamento della piattaforma morale illuminista-kantiana fondata sull’imperativo categorico. Occorre un nuovo dialogo sull’esperienza, partendo dall’esperienza stessa: in essa vibra il dinamismo positivo con cui la natura ci proietta verso la realtà, sorprendendo in noi, in ogni esperienza, un “punto di fuga”, che ci porta sempre più in là, cioè più in noi stessi, sino al riconoscimento dell’io come Rapporto con la Sorgente dell’Essere in me, nel riverbero di una sorprendente intensità di vita: l’Essere Dono a noi stessi ed agli altri. “La realtà si rende evidente nell’esperienza”: è l’architrave dell’insegnamento di don Giussani, “ipotesi di lavoro” per il costituirsi di un soggetto permanentemente impegnato nelle sfide della storia, generando una socialità comunionale sempre più vera. All’interno di questo percorso è da ricollocare la questione lavoro, non solo come emergenza sociale ma anche e soprattutto come questione culturale ed antropologica. “La via indicata dalla Dottrina Sociale inizia dalla presa d’atto che il lavoro, prima ancora che un diritto, è una capacità e un bisogno insopprimibile della persona”, ha scritto Papa Francesco nel suindicato messaggio. Attraverso i suoi bisogni l’uomo prende coscienza del suo bisogno fondamentale: essere se stesso, realizzare la propria umanità, cioè Essere fatto per la libertà. Nello stesso tempo, egli fa esperienza della propria finitezza e finitudine, avvertendo il bisogno di presenza dell’altro, della compagnia di un altro, del dono di sé all’altro: “l’essenza della libertà realizzata è nel rapporto con i beni di reciprocità, da quelli familiari a quelli interpersonali”. In ciò sta la radice della gratuità e del mutuo soccorso. E’ un cammino pienamente umano, la cui forza scaturisce dalla cordialità di un legame: storia, storie in atto di condivisione dei bisogni, di amicizia sociale creatrice di lavoro, nella reciproca appartenenza ideale, per Essere veramente liberi.       

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