sabato 18 agosto 2018

La matematica e le nuvole

Printemps nuages étude di John Constable
















Per gli studi sul trasporto ottimale è stato attribuito al giovane ricercatore Alessio Figalli il “Nobel” per la matematica. Alcuni anni fa spiegò il campo della sua ricerca, facendo l’esempio di un imprenditore che “deve portare del pane dalla produzione alla distribuzione. Se ha più centri di produzione, si pone il problema di come ottimizzare la distribuzione, ossia da quale sito partire per portare il prodotto in un certo posto. Il problema è stato formulato all’inizio da Monge (1746-1818) per trasportare dei detriti utili alla costruzione di fortificazioni. Trasportare costa e si vuole trovare il modo per minimizzare i costi. Il problema è di natura economica e a livello matematico produce moltissime domande interessanti. Intanto ci si chiede se esiste un modo ottimale di fare le cose”. Il tutto è sublimato ad un alto livello matematico di astrazione, per poi avere ricadute in ambiti applicativi molteplici: le tecniche di trasporto ottimale si applicano in fisica, in economia, in meteorologia. “Quando una nuvola si sposta, le particelle che la compongono seguono nel tempo un trasporto ottimale”. La curiosità ci ha indotto a rileggere il concetto di “matematica creativa” espresso da Benedetto XVI: “Il grande Galilei ha detto che Dio ha scritto il libro della natura nella forma del linguaggio matematico. La cosa sorprendente è che questa invenzione della nostra mente umana (la matematica) è veramente la chiave per comprendere la natura, che è strutturata in modo matematico. Mi sembra una cosa quasi incredibile che una invenzione dell’intelletto umano e la struttura dell’universo coincidano. Tra la ragione soggettiva e la ragione oggettiva della natura c’è coincidenza”. (Benedetto XVI ai giovani della Diocesi di Roma, 6 aprile 2006). In forza di essa l’uomo si proietta nel paragone con tutto ciò che lo circonda. Una strana e misteriosa corrispondenza in virtù della quale studia, conosce, ama, costruisce, realizza, rendendo, attraverso il lavoro, la scienza e la tecnica, più umana la sua vita nella storia, pur registrando cadute e ricadute, nei “corsi e ricorsi storici”, a causa della sua illusione prometeica all’autosufficienza. Tuttavia, quella strana, “illogica” consonanza permane; ogniqualvolta la sorprendiamo in noi, in quanto destata da fatti ed incontri significativi, facciamo l’esperienza della nostra umanità più piena: ci accorgiamo di noi stessi, di come siamo fatti, con pre-disposizione cordiale e simpatetica all’impegno dentro la realtà dell’esistenza. Questa percezione di sé è il modo ottimale di “fare le cose”, affrontando i problemi con una posizione umana più adeguata, ossia con spirito nuovo, sorprendendo in noi una Eccedenza di passione e di gusto che spinge all’azione. Ipotesi positiva nel “fare le cose”. La stessa che muove la ricerca dello scienziato e che quotidianamente muoveva nel quotidiano il cuore semplice e grande di mia nonna, introducendola di continuo al Significato totale per cui vivere e per cui dare la vita. Sono le testimonianze umanamente edificanti, pregnanti che fanno emergere, scattare questa Ipotesi in atto, vera forza che mette all’opera, al lavoro, all’intrapresa, esaltando l’intrapresa come forma quotidiana di vita e di lavoro, liberando energie economiche di civilizzazione. Testimonianze edificanti che si riconoscono, riconoscendo un’esperienza di vita più grande: l’appartenenza ad una storia, ad un popolo! Trame, tracce di vita nuova, tentativi operosi. Il prossimo Meeting di Rimini costituisce, ancora una volta, lo spazio pubblico per ridestare il nostro Essere, nella partecipazione al fascino di esperienze e fatti, seguendo l’originaria simpatia che è in noi, per noi stessi e per l’universo intero.

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