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| Printemps nuages étude di John Constable |
Per gli studi sul trasporto ottimale è stato attribuito al
giovane ricercatore Alessio Figalli il “Nobel” per la matematica.
Alcuni anni fa spiegò il campo della sua ricerca, facendo l’esempio
di un imprenditore che “deve portare del pane dalla produzione alla
distribuzione. Se ha più centri di produzione, si pone il problema
di come ottimizzare la distribuzione, ossia da quale sito partire per
portare il prodotto in un certo posto. Il problema è stato formulato
all’inizio da Monge (1746-1818) per trasportare dei detriti utili
alla costruzione di fortificazioni. Trasportare costa e si vuole
trovare il modo per minimizzare i costi. Il problema è di natura
economica e a livello matematico produce moltissime domande
interessanti. Intanto ci si chiede se esiste un modo ottimale di
fare le cose”. Il tutto è sublimato ad un alto livello
matematico di astrazione, per poi avere ricadute in ambiti
applicativi molteplici: le tecniche di trasporto ottimale si
applicano in fisica, in economia, in meteorologia. “Quando una
nuvola si sposta, le particelle che la compongono seguono nel tempo
un trasporto ottimale”. La curiosità ci ha indotto a rileggere il
concetto di “matematica creativa” espresso da Benedetto
XVI: “Il grande Galilei ha detto che Dio ha scritto il libro della
natura nella forma del linguaggio matematico. La cosa sorprendente è
che questa invenzione della nostra mente umana (la matematica) è
veramente la chiave per comprendere la natura, che è strutturata in
modo matematico. Mi sembra una cosa quasi incredibile che una
invenzione dell’intelletto umano e la struttura dell’universo
coincidano. Tra la ragione soggettiva e la ragione oggettiva della
natura c’è coincidenza”. (Benedetto XVI ai giovani della Diocesi
di Roma, 6 aprile 2006). In forza di essa l’uomo si proietta nel
paragone con tutto ciò che lo circonda. Una strana e misteriosa
corrispondenza in virtù della quale studia, conosce, ama,
costruisce, realizza, rendendo, attraverso il lavoro, la scienza e la
tecnica, più umana la sua vita nella storia, pur registrando cadute
e ricadute, nei “corsi e ricorsi storici”, a causa della sua
illusione prometeica all’autosufficienza. Tuttavia, quella strana,
“illogica” consonanza permane; ogniqualvolta la sorprendiamo in
noi, in quanto destata da fatti ed incontri significativi, facciamo
l’esperienza della nostra umanità più piena: ci accorgiamo di noi
stessi, di come siamo fatti, con pre-disposizione cordiale e
simpatetica all’impegno dentro la realtà dell’esistenza. Questa
percezione di sé è il modo ottimale di “fare le cose”,
affrontando i problemi con una posizione umana più adeguata, ossia
con spirito nuovo, sorprendendo in noi una Eccedenza di passione e di
gusto che spinge all’azione. Ipotesi positiva nel “fare le cose”.
La stessa che muove la ricerca dello scienziato e che quotidianamente
muoveva nel quotidiano il cuore semplice e grande di mia nonna,
introducendola di continuo al Significato totale per cui vivere e per
cui dare la vita. Sono le testimonianze umanamente edificanti,
pregnanti che fanno emergere, scattare questa Ipotesi in atto, vera
forza che mette all’opera, al lavoro, all’intrapresa, esaltando
l’intrapresa come forma quotidiana di vita e di lavoro, liberando
energie economiche di civilizzazione. Testimonianze edificanti che si
riconoscono, riconoscendo un’esperienza di vita più grande:
l’appartenenza ad una storia, ad un popolo! Trame, tracce di vita
nuova, tentativi operosi. Il prossimo Meeting di Rimini costituisce,
ancora una volta, lo spazio pubblico per ridestare il nostro Essere,
nella partecipazione al fascino di esperienze e fatti, seguendo
l’originaria simpatia che è in noi, per noi stessi e per
l’universo intero.

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