domenica 29 settembre 2019

Al Meeting di Rimini la Scuola meridiana di economia civile

Al Meeting di Rimini di quest’anno (“Nacque il tuo nome da ciò che fissavi”), nello spazio dedicato al “Caffè letterario”, promosso dall’Associazione “Art in core”, è stata promossa una riflessione sulla “Scuola meridiana di economia civile”. L’iniziativa, curata da Martina Noschese (Università Federico II di Napoli, Facoltà di Economia), Andrea Sanseverino (Università Federico II Napoli, Facoltà di Economia) e Francesco Di Landi (Università Cattolica di Milano, Facoltà di Economia), con la partecipazione Aniello Landi e di Roberto Sanseverino, ha offerto la lettura di alcuni brani delle “Lezioni di Economia Civile” dell’Abate Antonio Genovesi, con commenti e note a margine di riflessione. Si tratta di un percorso alla luce del Magistero Sociale della Chiesa, nella sensibilità di apertura alla realtà, secondo la storia di educazione alla fede nel carisma di don Giussani, con il tentativo di sviluppo della personale posizione umana nelle sfide della vita. Da qui anche una specifica elaborazione di pensiero nella tradizione culturale e filosofica della Scuola meridiana di economia civile. Nel corso dell’incontro, è stata documentata l’esperienza di lavoro e formazione a Scampia nella testimonianza di Roberto Sanseverino. Di seguito pubblichiamo l’introduzione all’incontro, i brani proposti e gli spunti di riflessione.

Introduzione. Papa Francesco ha promosso per prossimo anno un approfondimento su “L’economia di Francesco”, riferendosi al santo di Assisi nella cui scia si inserisce lo stesso insegnamento sociale del Pontefice. All’iniziativa ha invitato giovani economisti ed imprenditori, per studiare insieme nuove forme di economia e dare un contributo al superamento dell’economia dello scarto. L’idea di Papa Francesco è stata per noi una provocazione, interrogando la nostra responsabilità nel mondo degli studi e nel mondo del lavoro, che è per noi un mondo tutto da costruire. Per questa personale e comune intrapresa di costruzione, ci è sembrato opportuno ed utile “rileggere” i contenuti, i valori, le ragioni, le radici delle “Lezioni” di Antonio Genovesi, prima cattedra in Europa di economia civile, presso l’Università di Napoli. Il suo insegnamento alla Cattedra di Commercio e Meccanica, istituita con fondi privati dal fiorentino Bartolomeo Intieri, fu da lui stesso raccolto nel volume “Lezioni di Economia Civile”. Antonio Genovesi nacque a Castiglione (oggi del Genovesi), in provincia di Salerno, il 1 novembre del 1713. Dal suo territorio d’origine, nel cuore dei Monti Picentini, con meraviglioso affaccio sul Golfo di Salerno, portò alla Cattedra universitaria la sensibilità e l’intelligenza del reale, provocato dalla ricchezza delle risorse non valorizzate della sua terra, da liberare dalle baronie, per innescare processi produttivi nell’agricoltura, promuovendone le potenzialità attraverso gli scambi commerciali, e soprattutto realizzando una robusta rete di istruzione per tutti. Un disegno riformatore (sempre valido ed attuale), legando economia e cultura, secondo la centralità della dimensione educativa nell’agire economico e nella totalità della vita sociale, elevando sapere, saperi e competenze su vasto raggio. Napoli il 22 settembre 1769, suo maestro fu Giambattista Vico. Ci accompagnano in questo inizio di percorso il dott. Aniello Landi, scrittore di Dottrina Sociale, con scritti (editoriali e saggi) sulla filosofia dell’economia civile e dell’intrapresa, impegnato nelle politiche sociali di sviluppo territoriale, ed il dott. Roberto Sanseverino, dirigente di azienda, promotore di nuova imprenditorialità a Napoli e nel Mezzogiorno.

Brani di lettura dalle “Lezioni di economia civile”
“Chi dice un corpo politico dice un corpo di tubi comunicanti. Non vi è società, dove non vi è comunicazione. Le famiglie si sostengono scambievolmente le une le altre e tutte insieme sostengono la sovranità appunto per questa comunicazione. Tagliate i canali di comunicazione, e avrete non un corpo associato, ma una moltitudine di selvaggi sparsi erranti, senza leggi, senza capo, divoranti gli uni gli altri. E’ un gran palazzo disciolto in minuti calcinacci. I canali di comunicazione sono altri fisici, e altri morali. Le strade sode, facili, sicure: i fiumi, e gli scavi da traghettare; le macchine trattorie: e se vi ha mare, i porti, la meccanica delle navi, la sicurezza della navigazione, sono i primi. Quanti più canali di comunicazione sono in numero, e quanto meglio in bontà, e in sicurezza, tanto la comunione delle parti dello Stato sia più grande e stretta, e il corpo tutto più florido e più vigoroso. Ma si richiede de’ canali morali. Allargate le vie, per cui vivono, e per cui trascorrono per tutto il corpo questi beni”. (Antonio Genovesi, Lezioni di Economia Civile. Edizioni Vita e Pensiero, con introduzione di bruni e Zamagni, pag. 438).
(Spunto di riflessione). Economia civile, ossia un sistema di canali di comunicazione, sia dal punto di vista delle infrastrutture, sia dal punto di vista della valorizzazione delle relazioni umane, condividendo beni materiali ed immateriali. Particolarmente interessante l’idea del sistema dei canali di comunicazione, alla luce della centralità del Mezzogiorno nel Mediterraneo.


Vita compagnevole e amica”
“Che niuno stato umano è da riputarsi più infelice, quanto è quello di esser soli, cioè segregati da ogni commercio de’ nostri simili. E’ un detto di Aristotele bello e vero che è forza che l’uomo solitario, e contento di sé solo, sia o una divinità o una bestia. Che sarebbe senza l’alito vivifico e beatificante del suo simile? Che perciò ci dobbiamo insegnare di renderci socievoli gli uni gli altri, e ciò è di adornarci di quelle doti e qualità, per cui possiamo reciprocamente unirci e vivere in vita compagnevole e amica… Senza questa mutua attrazione non vi ha natura, né vi può avere de’ corpi grandi; e senza quell’amicizia non vi può essere niun corpo politico”. (Lezioni, pag. 348).
(Spunto di riflessione). Il brano suggerisce la riflessione sull’amicizia sociale, di cui parla Papa Francesco nella Laudato SI’. Trame di amicizia per attrazione, per l’affronto comune dei bisogni e delle problematiche e soprattutto per condividere i propri talenti. Da queste esperienze nascono i i corpi intermedi decisivi per la democrazia e per la democrazia economica.
Fede pubblica”
“Dove non vi è fede, ivi non è certezza di contratti, né forza di leggi, né confidenza d’uomo”. “Questa parola fides significa corda che lega e unisce. La fede pubblica è dunque il vincolo delle famiglie unite in vita compagnevole”. (Lezioni, pag. 341).
Spunto di riflessione. La fede pubblica, ovvero la fiducia non è estranea ed esterna al mercato. “E’ parte della ricchezza di una Nazione”. Oggi possiamo con certezza affermare che essa è la parte preminente e costitutiva della ricchezza di un Paese. E’ il capitale umano costitutivo della stessa attività economica in quanto tale; chiave di volta della scienza economica civile.

Negli uomini vi è qualcosa di sublime e divino”
“In che (cosa) diremo l’uomo essere più socievole che non sono gli altri (animali)? Ogni animale si unisce col suo simile, secondo la sua natura; essi si soccorrono eziando scambievolmente né loro bisogni, ciascun genere a tenore delle sue forze e delle sue cognizioni e ciò per istinto, non per riflessione. Ma negli uomini vi è qualcosa di più sublime e divino, che dee farne un vincolo più forte, e questa è la pietà, fondo proprio del cuore umano. Questa ragione, dico, ci discuopre un reciproco diritto di essere soccorsi e conseguentemente una reciproca obbligazione di soccorrerci ne’ nostri bisogni … . Questo diritto è per legge di natura”. (Lezioni, pag. 22).
Spunto di riflessione. Condividere il bisogno è la statura della persona. “Essere per”: è la struttura profonda dell’uomo di cui bisogna conoscere il “tessuto ontologico”, per non precipitare nel vuoto del moralismo, privo di adeguate ragioni costruttive. Da qui l’economia del dono ampiamente documentata ed argomentata nella Caritas in veritate di Benedetto XVI.

L’energia simpatica per la personale e pubblica felicità”
“Ogni persona ha di certe forze, così d’ingegno, come di corpo, le quali unite insieme formano la forza totale …. . (Lezioni, pag. 18). Ogni persona ha dalla natura un diritto di esistere, un diritto di essere quel che è, un diritto a ciascuna sua parte e facoltà e forza, un diritto di servirsi di queste sue facoltà e forze per suo comodo e per la sua felicità”. (Lezioni, pag. 20).
“Niente essendoci più manifesto per l’esperienza quant’è che l’uomo è un essere elettrico, e che il principio simpatico (l’energia simpatica) sia la sorgente di tre quarti delle azioni umane”. (Lezioni, pag. 34).
(Spunto di riflessione). Ogni persona ha il compito di sviluppare la sua vocazione: essere e realizzare se stessa, esprimendo le sue capacità d’intrapresa, per la propria e pubblica felicità. L’energia simpatica per le “cose” è il motore della “forza totale” della persona: è il principio fondamentale dell’economia civile.

Il poeta dell’alba”
Il percorso continuerà sul prossimo numero con “spunti di riflessione” ispirati dal maestro di Antonio Genovesi: Giambattista Vico. Si intende ritrovare la nozione stessa di “civile”, il suo costituirsi agli albori della storia, “raccontando” il farsi dell’umano nell’uomo nella drammatica ed affascinante avventura di civilizzazione. “Vico è il poeta dell’alba” (cioè dell’inizio umano), secondo la magistrale definizione di Giuseppe Capograssi. In ogni momento della storia, bisogna ritrovare la “discoverta dell’umano”, ritrovandone la linfa alimentatrice.

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