domenica 10 maggio 2020

Alla fonte della seconda ricostruzione


Immagine da ilquotidiano.net
In questo tempo di pandemia e di isolamento riscopriamo con più evidenza la bellezza dei legami che costituiscono la trama ordinaria della nostra vita, in famiglia e nella vita comune. Riscoperta di indubbio valore sociale ed economico, linfa dell’economia civile intessuta di relazioni, di legami, di condivisione, di cooperazione, di fiducia, di bisogno dell’altro; bisogno di far fronte alle proprie ed altrui necessità. Insegnava Antonio Genovesi che il primo diritto umano è di essere soccorsi nel bisogno. “Negli uomini vi è qualcosa di più sublime e divino, che dee farne un vincolo più forte, e questa è la pietà, fondo proprio del cuore umano …. per questa ragione, dico, ci discuopre un reciproco diritto di essere soccorsi e conseguentemente una reciproca obbligazione di soccorrerci ne’ nostri bisogni … . Questo diritto è per legge di natura. Dunque, questo diritto è primitivo, ed è primitiva altresì l’obbligazione che gli risponde”. (Antonio Genovesi, “Lezioni di economia civile”, pagg, 22, 23, edizioni Vita e Pensiero, 2013). uesto diritto è Questo diritto è per legge di natut Da qui la “legge di gratuità”, cioè il sovrappiù di impegno di cui sono splendida testimonianza gli uomini e le donne che nel quotidiano, come ha ricordato Papa Francesco, stanno scrivendo oggi la pagina più importante della nostra storia. Economia civile, cura della casa comune. Da cosa nasce questa cura? Dalla compassione, nel senso di compartecipazione, al destino dell’altro, al destino di un popolo e, ancor prima, come ci ricorda il Genovesi nelle sue “Lezioni”, dalla “naturale simpatia”, in forza della quale scaturisce l’azione dell’uomo nella realtà, rendendo più umana, cioè più socievole la vita di tutti. Nella “filosofia della storia” di Giambattista Vico, c’è la descrizione del “fatto sorgivo” che mette in azione l’individuo, suscitandogli il primo cenno della sua natura socievole. Di fronte allo scatenarsi delle forze della natura, al bagliore dei fulmini del cielo, comincia a vibrare in lui il “pensiero umano nascente”, avvertendo in sé una sensazione nuova, il destarsi della vis veri, la forza di verità, che crea i primi legami umani. E’ la “discoverta” dell’umano: il primo chiarore, l’albeggiare dell’umanità nel “bestione”, che inizia la sua straordinaria avventura nella storia diventando, nel tempo della storia, uomo. Per questo viaggio dentro l’inizio umano, Giuseppe Capograssi definirà Vico “poeta dell’alba”! Così, nell’esperienza della paura, del terrore e della meraviglia, il “selvaggio” comincia ad “aprir la mente”, scoprendo la “parte … più propria degli uomini, la natura de’ quali ha questa principale proprietà: d’essere socievoli. …. (affinchè) dall’utilità medesima sien tratti a vivere da uomini con giustizia e conservarsi in società, e sì a celebrar la loro natura, la quale in questa nell’opera (La Scienza Nuova), si dimostrerà esser la vera civil natura dell’uomo, e sì esservi diritto in natura”. (Giambattista Vico, La Scienza Nuova 1730, pagg. 27, 28, Alfredo Guida Editore, febbraio 2004). Dalla “vera civil natura”, per l’utilità del vivere sociale, nell’impatto con le circostanze personali e storiche, insorge lo slancio umano poietico, cioè “criatore”. E’ il fenomeno umano per eccellenza, continuamente da rinnovare nel dramma della storia, comprendendo il suo fiotto sorgivo. In questo lavoro di comprensione, ci aiuta la chiave di lettura offerta da don Giussani: “Leggo volentieri il brano di un ex terrorista ancora in carcere, che ha scritto a un nostro amico: “Un’opera è la meraviglia che pervade le persone del suo compimento. Prima, durante e oltre, poiché essa (l’opera) viene da loro e torna a loro, alle persone cresciute”. Viene da loro, da coloro che la compiono e torna a loro, pieni di meraviglia, perché li soddisfa. “Un’opera, in fondo, è una preghiera aperta al senso religioso di chi ha fede e di chi non ce l’ha, perché entrambi vivano”. L’opera nasce dal cuore, dalla passione amorosa alla realtà, dalla domanda di significato comune a tutti gli uomini. “Ora è evidente il cuore come scaltrezza, come coraggio, come tenacia, come fatica; ma c’è qualcosa di più profondo di queste parole. Esse sono al servizio di una struttura più profonda che definisce cos’è il cuore: sete di giustizia, di verità, di amore, di felicità. Verità e felicità sono come i due estremi di uno spettro ricchissimo e potentissimo; ed è in questi due poli che si riassume tutto quello che l’uomo è”. (Luigi Giussani, “Il visibile nasce dall’invisibile”, da Appunti non rivisti dall’Autore, Milano 5 dicembre 1987). Nell’ambito di un rapporto autenticamente educativo, l’osservazione semplice ed attenta, capillare e critica del fenomeno poietico nascente nell’io, che si rivela nell’esperienza della persona, come impeto creativo di fronte alla realtà, costituisce, una significativa “ipotesi di lavoro”, nel senso scientifico, per la comprensione nell’esperienza della disposizione positiva di cui siamo fatti; disposizione (vocazione) che ci slancia in modo più vero e costruttivo verso le sfide della realtà, generando, secondo l’espressione vichiana, “mondo civile”, ovvero l’esplicitarsi della dimensione socievole della persona. Il Papa in piazza san Pietro, davanti all’icona della Madonna, Salus populi romani, e davanti al Crocifisso, che le gocce di pioggia sul Volto rendevano più splendente di Bellezza trasfigurata, ha parlato al cuore di ogni uomo: “… possiamo guardare a tanti compagni esemplari, che, nella paura, hanno reagito donando la propria vita. E’ la vita dello Spirito capace di riscattare, di valorizzare e di mostrare come le nostre vite sono tessute e sostenute da persone comuni che stanno scrivendo oggi gli avvenimenti decisivi della nostra storia: medici, infermiere, infermieri, addetti dei supermercati, addetti alle pulizie, badanti, trasportatori, forze dell’ordine, volontari, sacerdoti, religiose e tanti altri che hanno compreso che nessuno si salva da solo … (aprendo) nuovi spazi dove tutti possano sentirsi chiamati e permettere nuove forme di ospitalità, di fraternità, di solidarietà”. Nel dramma della storia, in ogni circostanza, permane la sfida decisiva: ri-partire dalla chiave di volta poietica della propria umanità, consapevolmente vissuta, per dare consistenza e storia all’impeto buono che abbiamo visto in questi giorni, ponendo un argine all’inghiottimento nichilista dell’economia dello scarto. La valorizzazione dell’itinerario meridiano di economia civile, con il suo substrato filosofico sorgivo, alla luce dello sguardo vivo di un soggetto sociale nel presente, costituisce un patrimonio di indubbio valore nell’opera della seconda ricostruzione del Paese! Sotto il profilo specificamente socio-politico, un grande lavoro spetta alle istituzioni politico-amministrative più prossime ai cittadini d’intesa con le formazioni intermedie. De Gasperi, nel discorso al Brancaccio di Roma (1944) affermò con vigore: “Il Comune, dove c’è una torre che ricorda il passato, dove c’è un campanile che guarda il cielo; il Comune è alla base della nostra democrazia”. Ora, nella seconda ricostruzione, il territorio è alla base della nuova edificazione e della stessa democrazia. L’epidemia ha dimostrato la centralità dei servizi di prossimità, evidenziando “che bisogna trovare nuove modalità sanitarie sul territorio”. (Fabrizio Pregliasco, Virologo, Direttore Sanitario Istituto Ortopedico Galeazzi Milano), rafforzando la capillarità della rete dei servizi socio-sanitari e di assistenza attraverso l’associazionismo tra i Comuni, in sinergia con i soggetti sociali. Centralità della persona nella comunità: l’esistenza personale è storia di affetti, di memorie, di significati dentro una realtà comunitaria, per cui nella comunità locale vanno organizzati e strutturati i servizi di assistenza, incrementando, nel contempo, la qualità umana delle relazioni. E’ l’idea cardine delle autonomie locali della Nazione, cara a don Sturzo, lottatore contro ogni forma di settarismo. In questa ottica, noi proseguiamo l’opera di costruzione della “città/territorio”, laboratorio di sperimentazioni socio-istituzionali, incentivando la produzione materiale ed immateriale di economia civile.

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